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Il regista del corto “Deadly Love” Moltisanti e la sceneggiatrice Corrado: “Con il linguaggio del cinema coinvolgiamo i giovani su tematiche sociali importanti”

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di Vivian Pedata

“Legalità in Corto” è un progetto nato da un’idea del dottor Sante Massimo Lamonaca e si avvale di professionisti del settore cinematografico per portare a termine una serie di progetti audiovisivi nelle scuole. Il cortometraggio “Deadly Love”, realizzato dagli studenti del Liceo Scientifico “Enrico Fermi”, ha trovato nel regista Luca Moltisanti e nella sceneggiatrice Rossella Corrado una naturale sintesi espressiva. Grazie all’integrazione di queste professionalità, unite da un approccio umile e collaborativo, il progetto “cinema” è diventato negli anni un punto di riferimento per numerose istituzioni scolastiche.

Al fianco di “Legalità in Corto” opera la BCC che sostiene ormai da tanto tempo le attività dei ragazzi. L’energia e l’entusiasmo che caratterizzano i giovani, la loro dedizione nell’approfondire le tematiche loro assegnate, hanno contribuito a mitigare forme di disagio e devianza sociale, spesso involontariamente subite dai ragazzi stessi. Il lavoro di squadra messo in campo al Liceo Fermi ha favorito il confronto, permettendo a ognuno di scoprire le proprie capacità e i propri limiti, grazie alla paziente guida del regista e della sceneggiatrice, che hanno accettato gentilmente di concederci un’intervista.

Dottor Moltisanti, molti progetti sulla legalità si concentrano su conferenze e incontri: perché avete scelto il linguaggio cinematografico? Credete sia più facile coinvolgere i ragazzi?

“Sì, è sicuramente più immediato, più di impatto perché attraverso il linguaggio del cinema innanzitutto li coinvolgiamo in maniera più efficace, più decisa; diventa qualcosa che loro vivono in prima persona a 360 gradi. È un’esperienza diversa rispetto allo stare seduti ad ascoltare qualcuno, in questo modo interagiscono come tecnici, come attori veri. In pratica vivono l’esperienza del set”.

Dottoressa Corrado, avete lasciato spazio agli studenti per proporre idee o spunti narrativi, oppure la sceneggiatura è stata interamente redatta da esperti?

“La sceneggiatura è partita da noi, abbiamo scelto una tematica delicata e attuale che volevamo affrontare per proporla ai ragazzi. L’idea era di attraversarla interamente con la realizzazione del cortometraggio”.

E lei che ne pensa, dottor Moltisanti?

“Chiaramente solitamente adattiamo le storie a ragazzi più grandi, ai liceali. Riusciamo, però, anche a coinvolgere i più piccoli su tematiche tipo il bullismo o i disturbi alimentari e ciò ritengo sia molto formativo”.

Secondo lei, dottoressa Corrado, c’è il rischio che i giovani vedano la legalità come qualcosa di distante o imposto? Come avete lavorato per renderlo un valore sentito e condiviso?

“In un’ottica di condivisione, per superare l’idea superficiale di legalità, abbiamo voluto impostarla sul rispetto e sulla promozione di tutti quei valori che sono la base necessaria per vivere in una società civile sana”.

Il titolo “Deadly Love” evoca un intreccio tra sentimenti e pericolo, quali temi chiave sulla legalità avete voluto mettere in luce attraverso questa storia?

“Sicuramente abbiamo scelto di trattare una storia di attualità, quella di Giulia Cecchettin, non solo per raccontare la sua vicenda, ma per continuare a far sentire la sua voce. Ci interessava trattare tematiche di genere, l’aspetto e il fenomeno delle relazioni tossiche. Oltre al triste epilogo, ci siamo concentrati nel rappresentare qualcosa che spesso ci sembra lontano da noi, ma che in realtà non lo è”.

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