Home L'editoriale NUOVO ESAME NON TI TEMO, O FORSE SI?

NUOVO ESAME NON TI TEMO, O FORSE SI?

995
0

La nuova modalità dell’Esame di Maturità: preoccupazione tra gli studenti

Dopo più di venti anni, il MIUR ha deciso di cambiare la modalità di svolgimento del tanto temuto e atteso Esame di Maturità. La valutazione sarà sempre in centesimi, si darà più importanza ai crediti scolastici ma lo svolgimento delle prove sarà diverso. I crediti infatti influiranno di ben quaranta punti sul giudizio finale. Questa modifica è percepita dai ragazzi in modo positivo perché in questo modo potranno sentire il giusto riconoscimento al tempo dedicato alle attività extrascolastiche. Il numero delle prove scritte è sceso a due, infatti, la tanto temuta “terza prova” non si svolgerà. L’abolizione del “quizzone” potrebbe sembrare una nota positiva tuttavia, con questa nuova modalità d’esame, la prima e la seconda prova saranno più insidiose che mai. I maturandi di quest’anno infatti, affronteranno una prova di Italiano che, pur conservando il numero di tracce, contiene richieste diverse. Per esempio il saggio breve non sarà più richiesto e al suo posto sarà inserito un testo argomentativo critico. La seconda prova tratterà argomenti diversi in base all’Istituto che si frequenta. Per i Licei Scientifici le due materie saranno Fisica e Matematica. Nonostante la decisione di far affrontare agli studenti una prova su ben due materie che sono fondamentali nel quinquennio dello Scientifico possa sembrare un grande ostacolo è da osservare che questa nuova modalità è anche un modo concreto per integrare queste due discipline che spesso sono considerate “separate in casa”. Questi cambiamenti sono ben accetti ma la nuova modalità di svolgimento del colloquio orale lascia tutti molto perplessi: non ci sarà più la solita tesina ma bisognerà scegliere una tra le tre buste proposte dalla commissione sorteggiando in questo modo l’argomento che si svilupperà in fase di colloquio. Questo non solo lascia gli studenti alla deriva ma potrebbe far aumentare “l’ansia da prestazione” e rovinare il momento clou della carriera scolastica. Insomma, la novità del colloquio non è il massimo anche perché somiglia molto a un gioco in cui tenti la fortuna. Forse sarebbe stato più produttivo attuare questa riforma quando le attuali terze saranno quinte per lasciare il giusto tempo ai ragazzi di imparare a sviluppare il pensiero critico e la capacità di integrare le materie della seconda prova?