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VIOLENZE SULLE DONNE: IL CAMBIAMENTO A PARTIRE DALLA SCUOLA

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Il tema della violenza sulle donne è il tema dei temi. Nel nostro Paese, ogni 3 giorni, una donna viene uccisa dal suo compagno, convivente, fidanzato… a volte sotto gli occhi dei figli, in genere dopo anni di violenze e maltrattamenti. L’Italia è uno dei paesi dove la violenza sulle donne registra le punte più alte d’Europa… un primato che ci fa orrore, però allo stesso tempo ci dice che il problema ha radici profonde e che affonda in un terreno fatto di cultura, forse tradizioni discutibili, comunque una antropologia delle relazioni umane tutta da rifondare.

Per ogni donna che viene uccisa, nel nostro Paese ogni giorno, migliaia di donne subiscono violenza psicologica di relazioni basate su rapporti di forza, storie personali e professionali nelle quali l’uomo assume la funzione di padrone, non di compagno di vita o di collaboratore.

Il fatto che la maggior parte delle violenze avvenga tra le mura domestiche è indice del fatto che la vittima di solito conosce il carnefice. Si potrebbe di primo impatto pensare che date queste circostanze denunciare le aggressioni sia più facile: si sa chi è il responsabile, non è uno sconosciuto incontrato per strada e al cui viso magari non si è nemmeno prestato attenzione. In realtà forse ciò rende il tutto ancora più complicato. Non è raro che sia proprio la famiglia ad essere complice delle violenze, anche semplicemente facendo finta di non sapere, di non vedere, di non sentire.È risaputo, i panni sporchi si lavano in famiglia…

E’ per questo motivo che nel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituiva il 25 Novembre la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il cui scopo, a detta dell’ONU, è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica a proposito di questo problema.

Davanti a queste consapevolezze, fare grandi discorsi a livello mondiale sarebbe un po’ pretenzioso, e forse anche po’ inutile. A volte utilizzare un obiettivo più corto è la soluzione più efficace, quella che ha più senso e che forse potrebbe dare un piccolo contributo per cambiare qualcosa. Dopotutto il rispetto per le differenze di genere non dovrebbe iniziare proprio nelle scuole? Non esiste lotta alle violenze sulle donne che non passi per un adeguato processo di riorganizzazione delle politiche di genere che si apprendono a scuola, nella formazione…

In relazione a questa tematica, il Liceo Scientifico Enrico Fermi ha deciso di tessere una rete che parta dalla prevenzione, attraverso l’educazione dei propri studenti. Come? Avviando il progetto “Educare alle differenze. Oltre gli stereotipi di genere”, un percorso didattico che si snoderà per tutto l’anno scolastico e che è stato inaugurato venerdì 23 Novembre 2018 con il convegno “Donna, non tacere”, organizzato in collaborazione con l’associazione #nonseisola, e si concluderà l’8 Marzo 2018. Il progetto è suddiviso in fasi e prevede nei primi mesi una discussione sulle tematiche da affrontare, successivamente la creazione di un prodotto e per finire una manifestazione, dove verranno visti i lavori svolti dagli alunni.

Si tratta di un’iniziativa che deve insegnare a tutti (sia ragazzi che adulti), non solo il 25 Novembre ma anche tutti gli altri giorni, a non accettare ciò che non è giusto. Rompiamo il muro di omertà, sempre, ogni volta che possiamo.Alziamo la voce, parliamo, raccontiamo, denunciamo.Sia che ci troviamo dalla parte di chi la violenza la subisce, ma anche e soprattutto se ne siamo solo spettatori. I mezzi ci sono, servono la volontà, la forza ed il coraggio di agire.