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FLIPPED CLASSROOM: GLI STUDENTI COME INSEGNANTI

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Al Fermi, ormai da tre anni, l’innovativa metodologia di apprendimento

Di M Mangiacrapa, C. Sarmiento e I. Quagliariello

Da ormai tre anni, al Liceo Fermi, viene adottata la metodologia Flipped Classroom. Si tratta di una metodologia proposta da Indire – Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa – nella sezione Avanguardie Educative. Tra le 16 idee innovative del Movimento troviamo proprio la Classe Capovolta, applicata nelle classi 2.0 dell’Istituto. Tuttavia è spesso utilizzata anche dai docenti delle sezioni tradizionali e Scienze Applicate, nonché Cambridge International, dove è stata fortemente consigliata. La docente referente del liceo è la prof.ssa Mariapiera de Lerma, insegnante di Italiano, Latino e Geostoria. La Flipped Classroom inizia con il lanciare una sfida che incuriosisca e motivi gli studenti, segue, poi, con la proposta di un argomento, con relativo supporto bibliografico e/o multimediale, che ne permetta uno studio approfondito. Saranno poi gli alunni a studiare la lezione da soli, tramite la visione di video e l’analisi di fonti. Grazie a ciò gli studenti, durante le ore curricolari, sono protagonisti di dibattiti e attività laboratoriali, ovviamente guidati e monitorati dai docenti. Gli insegnanti hanno quindi l’opportunità di osservare i propri alunni sul campo d’azione, riuscendo a capire gli effettivi punti di forza e di debolezza di ognuno, in modo da intervenire tempestivamente per colmare le loro lacune. Si riesce così a gestire meglio le ore di lezione, concentrandosi soprattutto sugli aspetti dei vari argomenti trattati che gli alunni non hanno compreso al meglio. Il coinvolgimento dei ragazzi è totale: grazie alle attività progettuali e ai lavori multimediali prodotti, si sentono liberi di esprimere la propria personalità e creatività. La Prof.ssa de Lerma ritiene che questa metodologia sia molto stimolante e, dunque, efficace proprio perché i docenti stessi riescono a monitorare e aiutare, se necessario, i ragazzi che lavorano molto in classe. Infatti è come se si scambiassero i compiti a casa, che si fanno in realtà in aula, con le spiegazioni dei docenti, ascoltate a casa. La docente poi afferma: “La Flipped Classroom è sicuramente una metodologia interessante perché consente di osservare i ragazzi in situazioni di apprendimento attivo; tuttavia, pur mantenendo le mie convinzioni sull’efficacia del laboratorio e dell’approfondimento in classe, ritengo che sia necessario diversificare le metodologie didattiche sulla base dei contenuti, degli obiettivi e della classe: non divento mai una fan di una o di un’altra metodologia.” Inoltre, un aspetto psicologico notato dall’insegnante è che i ragazzi hanno quasi più coraggio ad ammettere di non aver capito l’argomento, perché è stato spiegato da terzi e non dal solito professore. L’utilità di tale metodologia è confermata anche dalla studentessa Francesca Lena, II O 2.0, che afferma: “La Flipped Classroom aiuta molto dal punto di vista didattico, perché ti permette di confrontare le tue idee con gli amici – quindi con tuoi coetanei – e sono loro a spiegare gli argomenti. Allo stesso tempo puoi apprendere da loro, talvolta in modo più semplice ed immediato.” L’insegnante un regista e lo studente il vero protagonista della sua crescita formativa. Dunque, un metodo da sperimentare almeno una volta!