Home Interviste “Il fu Mattia Pascal”: quando il teatro diventa specchio dell’anima. L’intervista agli...

“Il fu Mattia Pascal”: quando il teatro diventa specchio dell’anima. L’intervista agli attori

115
0

di Vivian Pedata

“Io sono ancora vivo per la morte e morto per la vita”. È con questa frase ad effetto che è terminata la rappresentazione teatrale “Il fu Mattia Pascal”, tenutasi martedì 25 marzo. Uno lavoro artistico dell’attrice e regista Carmen Pommella, a cui hanno preso parte gli studenti del Liceo ScientificoEnrico Fermi”. Si tratta di una trasposizione teatrale dell’opera di Luigi Pirandello, un autore che ci insegna che bisogna fare i conti con se stessi e affrontare le difficoltà che la vita ci impone.

Tante sono state le domande dei ragazzi in merito allo spettacolo rivolte agli attori della compagnia teatrale Musidantea2.0 durante il dibattito finale post visione della messa in scena. Eccone alcune formulate da noi alunni del Cross medial.

Per preparare al meglio le vostre parti avete anche letto il libro?

“Un attore non va a studiare solo la sua parte del copione; per calarsi nel personaggio deve conoscere l’intera storia. Quindi sì, ognuno di noi personalmente ha letto il romanzo. Molto probabilmente la maggior parte l’aveva già studiato tempo fa poiché come voi, anche noi siamo stati a scuola”.

Lavorando a questo testo profondo, qualcuno di voi ha maturato riflessioni intime e personali rispetto a quella che è la vostra professione?

“Per poter interpretare un personaggio abbiamo bisogno di tornare un po’ alle pagine vuote, bianche, per ripulirci. Non si può disegnare qualcosa su un foglio sul quale hai già disegnato altro. Dentro di noi, poi, andiamo ad elaborare tutte quelle caratteristiche adatte al personaggio. In ogni essere umano ci sono tutti i colori, le sfumature dell’anima, dalla luce all’oscurità. L’attore impara a conoscere tutte queste sfumature per tornare poi alla pagina bianca, neutra e prendere solo ciò che serve per poter interpretare quel personaggio. Ogni testo ti lascia qualcosa, ti porta a fare delle riflessioni quando è scritto bene. Noi fortunatamente abbiamo lavorato con Pirandello, premio Nobel per la letteratura. In questo caso lo scrittore scava molto nell’animo umano e ti fa vedere tutte le sue sfaccettature”.

Una domanda specifica l’abbiamo riservata a Guglielmo Pepe, ex alunno del Liceo Scientifico Fermi, oggi attore della compagnia teatrale Musidantea2.0.

Abbiamo partecipato insieme al concorso “Uno, nessuno e centomila”, che ci ha portato a studiare, conoscere e approfondire il grande autore che è Pirandello. Volevo sapere se e in che modo quest’esperienza è riuscita ad aiutarti in questa rappresentazione e nel ruolo che hai dovuto interpretare.

“L’esperienza che abbiamo fatto insieme la ricordo molto bene: è stata una delle prime volte che sono salito su un palco così grande e sicuramente a livello personale mi è servita molto”.