di Sara Della Corte
Il Calendario della Salute 2025, promosso dalla Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II, dall’AOU Federico II e dall’Unicef Campania, ha scelto la gentilezza come tema centrale di quest’anno.
Tra i protagonisti del progetto spicca Antonio Marino, studente di quinta del Liceo Scientifico Enrico Fermi di Aversa, noto per la sua disponibilità e il suo spirito di iniziativa. Sempre pronto a mettersi in gioco, Antonio è stato contattato dall’Unicef per contribuire attivamente all’iniziativa e si è distinto per la sua capacità di coordinare il gruppo di studenti che ha messo in scena una suggestiva performance. L’abbiamo intervistato chiedendogli di raccontarci la sua esperienza e le sue riflessioni sulla giornata a Napoli.
Perché il nostro liceo è stato scelto per questo evento?
“Il nostro liceo è stato scelto poiché rappresenta una delle eccellenze in Campania e quindi l’Unicef ci ha coinvolti affinché fossimo parte attiva della presentazione del calendario. Alcuni alunni della scuola hanno partecipato alla realizzazione di questo calendario, realizzando non solo la parte grafica, ma scrivendo anche dei testi per gli spot”.
Da dove è nata l’idea della vostra rappresentazione scenica?
“L’idea è di Maira Guarino, della regia e dell’adattamento me ne sono occupato io. Abbiamo messo in scena ciò che purtroppo è all’ordine del giorno, ovvero uno dei tanti esempi di violenza giovanile che avvengono in qualsiasi momento, anche senza una reale motivazione”.




Siete soddisfatti della reazione che hanno avuto le persone presenti nell’aula magna?
“Siamo molto soddisfatti delle reazioni che hanno avuto sia i medici sia gli altri studenti, proprio perché abbiamo avuto la soddisfazione di veder realizzato il nostro intento, ovvero quello di portare gli spettatori da una situazione molto dinamica e di divertimento a una conclusione a sorpresa, fino a lasciarli alla fine senza fiato”.
È stata un’esperienza molto importante anche per la vostra crescita personale. Ci racconti le tue emozioni?
“Gioia, perché, ripeto, credo che siamo riusciti nel nostro intento, ovvero quello di lanciare un messaggio di speranza, una riflessione sulla gentilezza, su quanto la gentilezza possa veramente con dei piccoli gesti cambiare la vita delle persone o tante volte salvarla, anche perché la gentilezza è il contrario dell’indifferenza, che fa molti danni”.