Le classi quinte del Fermi all’inaugurazione del certamen sul celebre filosofo napoletano
Di M. G. Coppola
Il 22 gennaio gli studenti di quinta D, E, F ed I hanno partecipato all’inaugurazione del XII Certamen Vichiano, nucleo centrale di un progetto più ampio, denominato Scienza Nuova, volto a promuovere lo studio e la divulgazione dell’opera del filosofo partenopeo Giambattista Vico. I ragazzi si sono recati presso il Liceo Umberto I accompagnati dalla docente di storia e filosofia Anna Coppola. Il convegno è stato condotto dal docente universitario dell’istituto Suor Orsola Benincasa Gennaro Carillo ed era incentrato sul celebre filosofo e scrittore napoletano vissuto a cavallo tra il 1600 e il 1700. Talvolta si tende a lasciare in disparte quest’autore, poiché oscurato da altri filosofi suoi contemporanei cui si pone maggiormente l’attenzione anche nei programmi scolastici nonostante siano molti i pensatori che si ispirano alle sue dottrine. Vico può essere considerato come un classico, dato che i grandi della filosofia lo definiscono come “antico” ma allo stesso tempo “durevole” a tal punto da essere denominato “contemporaneo del futuro”. Egli pensa e scrive a Napoli, tra le strade rumorose e affollate che rappresentano il cuore pulsante della capitale partenopea tanto che lo scrittore James Joyce ha stabilito il parallelismo tra il cognome del pensatore e “vico” come abbreviazione di “vicolo”, quindi strada, per sottolineare e sintetizzare la realtà in cui è vissuto. Tra i partecipanti all’iniziativa Elena Mosella, alunna di 5aD è stata profondamente entusiasta riguardo gli argomenti trattati: “sono stata indirizzata dalla mia docente di filosofia che ce l’ha descritto come un progetto interessante ma non troppo pesante, cosa molto importante data la mole di lavoro di quest’anno.” Tra una delucidazione e l’altra le abbiamo chiesto come fosse nata la sua passione per tale disciplina e lei, decisa e concisa, ha risposto: “Non posso definirla come una vera e propria passione ma piuttosto come un grande interesse verso quegli interrogativi che servono a spiegare noi stessi. Le cose interessanti sono state parecchie e scegliere è molto difficile. Ciò che, forse, mi piace più ricordare è il concetto secondo cui l’uomo nasce con un primo pensiero sbagliato, senza il quale avrebbe continuato ad errare inutilmente senza raggiungere un suo pensiero vero e proprio.” Un altro aspetto su cui Elena ci ha fatto riflettere è la definizione di “errare”: questione di sbagli o solo un mero divagare? Una domanda che tutti dovrebbero porsi per capire se la strada che hanno intrapreso è effettivamente quella giusta per loro. Essa può essere intesa nei più disparati modi ma, probabilmente, i ragazzi partecipanti al convegno, si sono maggiormente concentrati sull’aspetto “scolastico” della cosa. Non importa quale sia il proprio obiettivo, ciò che conta è renderlo una priorità ed essere convinti sia la cosa giusta per il proprio futuro per evitare di “divagare” o di cadere in errore. Ciò che le istituzioni, la nostra in particolare, si augurano per tutti questi ragazzi è che vivano per realizzare il proprio sogno dando sempre il massimo di sé stessi ed evitando in qualsiasi modo di deviare il proprio percorso solo per piacere o far colpo sugli altri. È questo il segreto per essere soddisfatti della loro vita e carriera e che li porta poi a sviluppare, ancora seguendo la dottrina di Giambattista Vico, un pensiero completo, più sviluppato e libero dagli sbagli che conducono l’uomo in errore.