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#NAO_CHALLENGE: SCOPRIAMO IL MONDO DELLA ROBOTICA

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La robotica applicata approda al Liceo scientifico Enrico Fermi e non solo! Partecipando alla Nao Challange giunge in finale!

di I. Riccardo e R. M. Turco. e V. Sorbo

La Nao Challenge è un concorso nel quale si svolgono una serie di fasi concatenate e sviluppate intorno ad una tematica precisa, decisa di anno in anno. Tutti gli istituti superiori partecipano con uno o più team misti, composti da vari membri, ognuno con una precisa funzione, e si sfidano per utilizzare al meglio i componenti robotici piùsvariati tra cui: servomotori e led, schede Arduino, STMicroelectronicse Raspberry. Tutti questi componenti vanno poi interfacciati alla star dello show: Mr. Nao! Nao è il nome di un robottino umanoide di medie dimensioni (50cm circa) prodotto dall’azienda robotica francese AldebranRobotics, il quale viene utilizzato per gli scopi più vari. Ogni anno l’Aldebran indice questi concorsi cosicché i ragazzi degli istituti superiori testano questi robottini in ambiti diversi attuando un sistema di debugging gratuito, il quale consiste nello scoprire errori di progettazione software, così facendo gli studenti apprendono divertendosi e l’Aldebran risparmia molti soldi. Quest’anno in particolare la gara era incentrata sull’ assistenza degli anziani e pertanto su come il Nao potesse facilitare la vita di quest’ultimi. Oltre quaranta istituti hanno partecipato a questa sfida tra cui il nostro Liceo. Per saperne di più ci rivolgiamo a Giuseppe Pio de Santis, studente della 4Ds e social manager del team IronNao, del quale fanno parte i ragazzi della 4DS, 5DS e 5CS. La gara si è svolta nell’istituto Pitagora di Pozzuoli ed è stata suddivisa in quattro fasi: durante la prima fase bisognava presentare la propria squadra e la scuola di appartenenza. In questa fase dovevano essere presentati anche le fonti di ispirazione per il progetto, le varie fasi di sviluppo del lavoro e i risultati raggiunti dai ragazzi.  “Al fine di prepararci al meglio per questa prova abbiamo svolto numerose interviste in cui abbiamo chiesto agli anziani cosa gli risultasse più difficile e in cosa sentissero l’esigenza di essere aiutati. Durante il corso della gara abbiamo presentato il nostro lavoro mediante un video Teaser e mostrato le varie capacità motorie del Nao”. La seconda fase chiamata “Nao Aiutami a” consisteva nel testare in cosa potesse essere realmente utile il Nao per le persone anziane. “Il mio gruppo ha mostrato come il Nao, tramite il comando vocale dell’anziano, potesse aiutarlo nello svolgere semplici funzioni come, ad esempio, prendere le pillole automatizzando un cassetto contenente medicinali o attivando alcuni elettrodomestici”. La terza fase, nonché l’ultima che si effettuava sul palco, consisteva nel creare un piccolo show in cui il Nao, tramite la rappresentazione di arti di vario genere come, ad esempio, ballo, canto, musica e poesia allietava l’anziano o lo coinvolgeva ricordandogli canzoni tipiche, recitandogli la sua poesia preferita o intrattenendolo in una semplice conversazione. Per questa fase il team IronNao ha messo in atto una piccola rappresentazione teatrale che ha coinvolto la giuria e tutto il team. L’ultima fase riguardava la pubblicizzazione del prodotto. In effetti il doversi sottoporre ad una giuria e realizzare un progetto sono lestessi fasi che devono superare i prototipi per essere poi immessi nel mercato. Aldebaran ha fatto sì che la gara venisse in parte ideata come la creazione di un prodotto da poter poi vendere e ciò rende particolarmente importante la parte della pubblicità e della distribuzione mediatica che il progetto stesso riesce ad avere. In particolare il team aveva totalizzato stime interessanti per i social che comprendono Instagram  e Facebook. (Cliccando su questi link potrete supportare i ragazzi del nostro liceo!) A questo punto chiediamo a Giuseppe se consiglierebbe quest’esperienza a qualcuno e lui ci risponde così: “Sicuramente lo consiglierei a tutti coloro che vogliono avvicinarsi al mondo dell’informatica, in quanto quest’esperienza mi ha insegnato non solo a lavorare bene in team e a rapportarmi in un contesto più professionale ma ha fatto nascere anche nuove amicizie”.