La papirologa Lucia Colella al Fermi per raccontare la storia della scrittura
Di I. Costanzo, R. Serra e A. CappolaCome vengono scritti i libri di storia su cui siamo abituati a studiare? Come gli storiografi utilizzano le fonti che hanno a disposizione? Ma soprattutto, come arrivano a noi? Domande del genere sono molto frequenti, soprattutto tra i banchi di scuola e tra i giovani curiosi, amanti del sapere. Proprio per questo motivo la docente di Lettere, Patrizia d’Alesio, martedì 21 maggio, ha organizzato una lezione per i suoi alunni della classe 1E di indirizzo biomedico, con la dott.ssa Lucia Colella, una papirologa laureata all’università “Federico II” di Napoli. Nel corso della sua carriera, ha lavorato su reperti provenienti non dall’antico Egitto, come potrebbe essere ovvio pensare, bensì dall’antica Roma. Ed è attraverso lo studio dei papiri che è stato possibile ricostruire la storia della scrittura. L’esperta ha illustrato agli studenti le varie fasi della sua origine, partendo dalla trascrizione su pietra e sulle tavolette di argilla, rilegate tra loro come i nostri quaderni, e arrivando infine al protagonista della sua esposizione: il papiro. Nonostante la scarsa longevità della fibra naturale di cui è fatto, una grande varietà di documenti (in prevalenza frammenti) papiracei è riuscita ad arrivare fino ai nostri giorni, grazie al clima arido del deserto per gli esemplari ritrovati in Africa settentrionale, e alle scorie laviche sedimentatesi in seguito all’eruzione del Vesuvio, per i pezzi conservatisi nella zona di Ercolano. La dottoressa Colella ha poi spiegato ai ragazzi le varie fasi del lavoro del papirologo, come lo step dello srotolamento, per analizzare i testi delle carte egizie, e l’analisi ai raggi X dei fogli, per i ritrovamenti carbonizzati della “Villa dei Papiri” di Ercolano. Con la sua esposizione, è riuscita ad affascinare tutti i presenti, stimolando la curiosità dei giovani ascoltatori che sono intervenuti con domande e riflessioni sempre pertinenti. “Mi ha affascinato molto l’intuizione del fisico napoletano Vito Mocella, che ha avuto una brillante idea attraverso la quale ha capito come analizzare i papiri conservati sulle scorie vulcaniche e che versano in cattive condizioni poiché la carta è carbonizzata. Il professore ha pensato di studiare i papiri tramite i raggi X, con una vera e propria radiografia, in grado di analizzare l’inchiostro, che era molto più resistente di quello di oggi. La lezione a cui abbiamo partecipato è stata molto appassionante, ci ha fatto capire come vengono analizzate e conservate le fonti storiche che oggi studiamo. Personalmente penso che questo sia uno dei migliori incontri a cui abbiamo partecipato finora e molto coinvolgente anche per la mia classe. Sono inoltre molto attratto dal mestiere di papirologo, che può portare alla scoperta di eventi della storia ormai sepolti da tempo” – queste le dichiarazioni di Paolo Lampitella della classe 1E. Le iniziative di questo tipo sono molto utili per i ragazzi del nostro liceo, poiché offrono loro la possibilità di conoscere il backstage del lavoro dello storico che non si limita solo a raccogliere i dati ma soprattutto ad interpretarli. E per fare questo ha bisogno di discipline come la papirologia. Da oggi cominceremo ad amare di più la storia.