#ilversogiusto, il contest del quotidiano Repubblica
Di A. Pellegrino, M. Mangiacrapa e C. Sarmiento
Dal 6 al 10 dicembre si è tenuta presso la Nuvola di Fuksas, Roma, la XVI edizione di Più Libri Più Liberi. Questo evento nasce nel dicembre del 2002 da un’idea del Gruppo Piccoli Editori dell’Associazione Italiana Editori. L’obiettivo è quello di offrire alle piccole case editrici la possibilità di mettere in evidenza la propria produzione, spesso oscurata da quella delle case editrici più conosciute, garantendo loro lo spazio che meritano. Ma la fiera non è solo spazio espositivo. Il suo cuore è rappresentato dal programma culturale. Ci sono infatti molti incontri con autori, reading, dibattiti su temi di attualità, iniziative per la promozione della lettura, musica e performance live che si susseguono nelle cinque giornate della manifestazione in un avvicendarsi continuo di eventi per tutti i gusti. Anche il Liceo Fermi ha preso parte a queste iniziative, dando l’occasione ai ragazzi del Progetto Cross Medial di fare una nuova esperienza. Uno degli eventi più interessanti che si è svolto il giorno 6 dicembre, si è tenuto nell’Arena Robinson, che prende il suo nome dall’inserto culturale del quotidiano La Repubblica. Si tratta di uno spazio dedicato a incontri con autori, dibattiti e contest. Noi della redazione, abbiamo assistito a #ilversogiusto. Esso è un incontro lanciato dalla testata giornalistica di Roma, in particolare da Repubblica Scuola e Repubblica.it. Durante il convegno Mario De Santis, giornalista e conduttore radiofonico ha intervistato e dialogato con Valerio Magrelli, docente all’Università di Cassino e poeta, “sia contemporaneo sia storicizzato” come ha affermato lo stesso De Santis che ha raccontato l’iniziativa. #ilversogiusto nasce da un contest lanciato in rete, in particolare su Twitter: è stato chiesto ai lettori e seguaci di Robinson di scegliere il loro verso preferito, che poteva giungere da qualsiasi fonte, antica e contemporanea. I versi inviati sono stati poi commentati da lui e Magrelli. Il poeta ha iniziato raccontando: “Quando ho esordito, in una maniera abbastanza strana, tutto questo era praticamente inimmaginabile. Mi spiego meglio, io nel 1975 seguivo l’ultimo anno di liceo e scrivevo poesie, e non sapevo cosa farne, ed è questo ciò che accade di solito. Infatti frequentemente mi scrivono autori che vivono in Val d’Aosta o Basilicata, cioè in provincia, dove si vive questo senso di esclusione. A Roma questo non accade, anzi non più.” Ha spiegato poi che nel 1975 si cominciò lentamente a sdoganare la poesia, infatti prima un tale evento non era pensabile. Adesso, invece, si può affermare che ci troviamo in una realtà diversa. Magrelli ha continuato citando una frase dell’attore e regista Lorenzo Renzi: “C’è una diffusa esigenza di poeticità”. Infatti secondo il poeta, la poesia andrebbe incanalata attraverso un’educazione o un’abitudine alla lettura che dovrebbe essere compito della scuola, non della televisione, perché ormai il servizio pubblico ha fatto scempio di qualsiasi attività che servisse veramente allo scopo per cui è stato creato. Per esempio in Russia ci sono moltissimi bambini che giocano a scacchi, in Italia ciò non avviene, semplicemente perché lì questo sport si insegna a scuola. La lettura serve per farci scoprire nuove storie che spesso ci aiutano a crescere e, nemmeno a volerlo, ci danno una mano nel nostro quotidiano. Umberto Eco diceva: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro”.