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A SCUOLA DI OPEN COESIONE PER CONOSCERE LA REALTÁ

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Cosa accade sul territorio nazionale?

Di A. Pellegrino, C. Sarmiento, e M. Mangiacrapa

Molti edifici pubblici al giorno d’oggi sono rinnovati o restaurati grazie ai fondi che stanzia l’Unione Europea. Ma questi fondi sono sempre usati in maniera corretta? E soprattutto, i lavori terminano nei tempi precedentemente stabiliti? Per rispondere a questi quesiti, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha ideato il progetto ASOC, A Scuola di Open Coesione, il quale coinvolge i ragazzi in una discussione relativa a questi fondi: sono spesi bene? I lavori si sono conclusi? Abbiamo chiesto alla professoressa Maria Rosaria Sarnelli, referente del Progetto ASOC, cosa sia per lei quest’iniziativa: “Open Coesione è una straordinaria occasione per apprendere una situazione reale. La classe che partecipa ad ASOC sceglie un Progetto finanziato con i fondi europei dall’indirizzo www.opencoesione.it e ne ricostruisce la storia attraverso i dati, intervistando i veri protagonisti (architetti, ingegneri…) e con dati cercati in rete. Una volta scelto il Progetto da seguire (preferibilmente uno che riguarda il loro territorio), i ragazzi hanno un periodo di tempo che va da novembre a maggio per ricostruire la sua storia in cinque tappe. Le classi in gara sul territorio nazionale sono circa 200 e quella che si classifica prima vince un viaggio a Bruxelles”. Le abbiamo inoltre chiesto che impatto ha avuto, secondo lei, il Progetto  sugli studenti coinvolti: ”I ragazzi che partecipano a Open Coesione oscillano tra la consapevolezza di quanto sia formativa l’esperienza e la stanchezza che ne consegue, perché il lavoro da svolgere per portare a termine la ricerca è davvero tanto. Anche se c’è molto da ricercare ed elaborare, gli studenti si sono appassionati alla vicenda e hanno fatto gruppo per discutere dell’argomento, si sono confrontati con i propri limiti e hanno scoperto o riscoperto delle proprie capacità. Essendoci di mezzo anche un premio, c’è anche una sana competizione tra pari. Inoltre facendo ricerca, si possono ottenere piccole modifiche per il proprio territorio. Per esempio due anni fa, una classe di una scuola di Locri lavorò su un Progetto inerente alla ristrutturazione di una struttura che doveva essere un luogo di aggregazione giovanile. Gli studenti scoprirono che i lavori di rinnovamento erano terminati ma la struttura era vuota. Il lavoro di ricerca dei ragazzi ha mosso le acque e il sindaco del paese, con un bando di gara, assegnò la struttura ad una cooperativa”.  L’Open Coesione quindi è un ottimo modo per gli studenti di entrare in contatto diretto col territorio e di conoscere cosa accade dietro le quinte delle opere di ristrutturazione. In ultimo abbiamo chiesto alla professoressa Sarnelli quali possono essere secondo lei, le motivazioni per le quali una classe dovrebbe partecipare a Scuola di Open Coesione: “ASOC permette di imparare un gran numero di cose davvero molto utili come scrivere lettere formali, contattare le istituzioni, pianificare il lavoro da svolgere, saper leggere e confrontare i dati, scrivere articoli a partire da questi ultimi e comunicare quanto scoperto con i compagni e con i docenti. ASOC permette di far vedere agli studenti il lato buono della politica. Si maturano di conseguenza importanti competenze di scrittura, comunicazione e conoscenze digitali. L’anno scorso una mia classe che ha partecipato al Progetto si è interessata della ristrutturazione della facciata della Reggia di Caserta. Gli studenti hanno realizzato innanzitutto una pagina Facebook, “Fermi c’è la Reggia” dove tenevano aggiornate le persone su tutte le iniziative che svolgevano per il monitoraggio civico come, per esempio, un’intervista a Radio Aversa dove parlavano di ciò che avevano fatto. Alla fine si sono classificati trentanovesimi”. ASOC dunque permette di aprire la mente e dà agli studenti la possibilità di comprendere gli iter burocratici che precedono dei lavori e per di più fa acquisire competenze molto utili, richieste al giorno d’oggi sia per cercare lavoro che per formarli come cittadini attivi e responsabili.