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CINZIA GRECO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

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I ragazzi del Laboratorio Cross Medial incontrano Cinzia Greco, fondatrice dell’associazione Diritti e Frontiere.

Di T. Guarino, I. Quagliariello, A. De Gaetano

Giovedì 29 novembre le ragazze e i ragazzi del Laboratorio di giornalismo Cross Medial hanno avuto l’opportunità di partecipare ad un incontro con Cinzia Greco, fondatrice dell’associazione Diritti e Frontieree addetta allo sportello anti violenza sorto per le donne  di Roma. L’incontro è iniziato alle ore 15:00 circa e ha avuto durata di un’ora. Il tema principale del dibattito è stata la lotta contro la violenza sulle donne. Cinzia, che amichevolmente ha chiesto ai ragazzi di avere un dialogo più diretto e meno formale, ha parlato di come l’associazione di cui fa parte lavori per supportare al meglio le vittime di questi terribili eventi. Dopo una breve introduzione all’argomento, la signora Greco ha chiesto ai ragazzi di esprimere i propri pensieri  per poi commentarli e da lì partire con un dibattito. “Parlare con i giovani è unopportunità grandissima, un’immensa ricchezza; avere la possibilità di far riflettere e di riflettere insieme a loro è un arricchimento continuo, che ci porta a rimettere in discussione anche il nostro vivere oggi, condizionato da tanti elementi che ci portiamo dal passato” spiega infatti Cinzia. Si è parlato di come l’occupazione di Cinzia la influenzi nella sua vita privata. Stare a contatto con donne vittime di violenza la prova molto, ma non ha mai pensato di abbandonare il suo compito. Non si è mai parlato di lavoro, perché, come spiega, non considera il suo impiego nell’associazione come tale, ma piuttosto come una scelta politica. Alla base di questa scelta c’è la voglia e la capacità di ascoltare, nonostante, ammette, sia molto difficile. Spesso le donne vittime di violenza tendono a segregare i propri dolori per molti anni, e arriva il momento in cui, semplicemente, non riescono più a trattenersi. Le sedute non sono semplici e sono tutt’altro che prevedibili. Come ci spiega, è difficile per una donna vittima di violenza raccontare e ripercorre tutti i propri dolori, talvolta si tende anche a non dare un nome al carnefice, identificato semplicemente con “lui”. È sempre importante dare supporto e aiuto a tutte loro, come a qualsiasi altra donna presente al mondo. La violenza, spiega, non è solo fisica, ma anche psicologica e verbale. Spesso le donne sono soggette a commenti maliziosi da completi sconosciuti per strada. Anche quella è una forma di violenza, e non va sottovalutata. È anche importante preparare la vittima ad affrontare di nuovo tutto il mondo che la circonda. Ad aiutarla, una troupe di sole donne. È più facile, secondo Cinzia, confrontarsi e sfogarsi con il genere femminile, senza mai però svalorizzare l’altro sesso. Non bisogna dimenticare che non tutti gli uomini sono violenti, e non bisogna mai dimenticare che spesso la vittima ha amato, e forse continua ad amare, il proprio carnefice.La donna potrebbe essere quindi bloccata a fare quel passo che la renderà libera, solamente perché il sentimento di amore che prova nei confronti del proprio uomo è troppo grande e difficile da contrastare. Dopo aver denunciato la violenza molte donne, infatti, hanno paura di ritornare a casa e magari, all’interno delle mura così familiari possono anche arrivare a pentirsi del loro gesto. Ed è proprio per questo motivo, continua la Greco, che la donna deve sentirsi accolta e protetta in un luogo neutrale. Da qui la necessità e l’importanza di “case famiglia” in cui s’intrecciano competenze ed esperienze diverse e dove la priorità è proteggere chi è soggetto a qualsiasi tipo di violenza, soprusi che troppo spesso hanno come drammatico epilogo l’uccisione della vittima. L’incontro si è concluso con la lettura di un breve testo scritto da Federica, 4ªB, direttrice di Parola al Fermi, incentrato sull’analisi del consenso. Parole che hanno commosso tutti, compresa Cinzia, che ha salutato tutti ringraziando per l’attenzione e la partecipazione.