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AUMENTANO LE NOTIZIE MA DIMINUISCE L’INFORMAZIONE

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Il paradosso del giornalismo è sempre più pericoloso e difficile da fermare

 

Fare informazione al giorno d’oggi, nonostante tutte le tecnologie a nostra disposizione, è sempre più difficile. Infatti Internet e i Social Network rappresentano i primi pericoli, sia per le testate giornalistiche ma soprattutto per i lettori. I giornalisti, infatti, non hanno nemmeno il tempo di scrivere e verificare le fonti che sono battuti sul tempo da Internet. Non sempre però le notizie presenti sul Web sono attendibili al 100% e quindi si diffondono più facilmente le cosiddette fake news. Questo fenomeno è preoccupante in quanto, secondo un’analisi sull’universo mediatico italiano realizzata dal gruppo di ricerca sui mezzi di comunicazione di massa dell’Università Suor Orsola Benincasa nel 2018, l’82% degli Italiani non è in grado di riconoscere una bufala su Internet. La diffusione di notizie false porta alla perdita di credibilità del ruolo del giornalista. Visto che la figura del giornalista perde credibilità e perde la fiducia dei lettori, chiunque può scrivere e mettere on-line un proprio articolo che non sempre ha un contenuto oggettivo e vero. Però se un utente sul Web o come accade più spesso su Facebook, deve scegliere tra due articoli che trattano lo stesso argomento, sceglierà di leggere quello col titolo più accattivante o col tempo di lettura minore. Infatti nel nostro mondo caotico e frenetico, l’informazione è quasi diventata un optional e tendiamo spesso a leggere un articolo più breve, più coinciso ma che magari omette alcuni dettagli perché il nostro tempo è prezioso, abbiamo altro da fare e pensiamo che la notizia sia sempre uguale da articolo ad articolo. Invece, pur risparmiando tempo, c’è la possibilità di aver letto una fake da un sito non affidabile. Per evitare la diffusione delle stesse bisognerebbe abituare tutti, soprattutto i più piccoli, a riconoscerle e quindi evitare di leggerle e farsi condizionare in modo negativo, ma anche educare a non scocciarsi di leggere. Però i lettori non sono gli unici che vanno educati. I giornalisti devono essere rieducati alla cultura dell’oggettivo e del vero. Bisognerebbe tornare ai tempi in cui spesso si comprava un giornale per leggere l’articolo di quel giornalista, perché era sinonimo di affidabilità. Per fare ciò, si deve abbandonare la tendenza di fare un giornalismo di narrazione, poco oggettivo e molto d’opinione, per ritornare “alle origini” e riconquistare i lettori.