di Vivian Pedata
Dopo la due giorni dedicata agli Open Day nelle sedi di Aversa e di Parete del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” abbiamo intervistato la dirigente scolastica, la professoressa Adriana Mincione, che ha gentilmente accettato di rispondere alle nostre domande.
Buongiorno preside, ci racconta come sono andati gli Open day?
“Gli Open Day credo siano andati molto bene; voi ragazzi avete fatto un ottimo lavoro. Era tutto ben organizzato, siete stati bravissimi sia voi qui ad Aversa sia gli studenti di Parete e c’è stata molta partecipazione da parte dei genitori. Domenica, nel discorso inaugurale della giornata, la prima cosa che ho voluto sottolineare è che i doppi turni termineranno quest’anno. È chiaro che continueremo ad avere un po’ di disagi, ma sarà contenuto”.
Quando è arrivata in questo istituto per la prima volta, cosa ha pensato?
“Ho subito fissato l’obiettivo principale quando sono arrivata in questa scuola quindici anni fa, ovvero quello di mettere fine al ‘pendolarismo’ delle classi. Questa scuola ha fatto passi da gigante nel corso del tempo. La cosa importante era trovare una compensazione tra quello che era il vostro equilibrio all’interno delle aule, ma garantendo allo stesso tempo la presenza di laboratori che funzionassero”.
Come le è sembrata al primo impatto questa scuola?
“Questa scuola inizialmente sembrava un carcere e la sfida è stata anche quella di valorizzare l’ambiente rendendolo confortevole e funzionale. L’allestimento coerente degli spazi chiusi e aperti ci danno immediatamente l’idea di essere liberi; ciò fa parte di un’idea di scuola che mette al centro la persona, proprio perché è ciò che siamo prima di essere alunni, docenti e dirigenti”.
Dal prossimo anno avremo ancora i turni pomeridiani? Cosa cambierà?
“Da gennaio 2026 dovrebbero andare a regime le nuove aule, speriamo quindi di aprire il nuovo anno solare con la chiusura dei doppi turni ridando anche a voi un po’ più di serenità. Come dico sempre: ‘La pace si ottiene con la guerra e il miglioramento si ottiene con la sofferenza’. Avremo la restituzione delle aule in ristrutturazione ma, soprattutto con la nuova sede che avrà ben ventiquattro classi, i problemi dovrebbero finire definitivamente. Ripristineremo, inoltre, la biblioteca rendendola più ampia di prima abbattendo alcune pareti perché vorrei farlo diventare uno spazio dove i ragazzi possano studiare e confrontarsi. C’è ancora un progetto che vorrei realizzare ed è fisso nella mia mente, ma di questo per il momento non ne voglio parlare. Sarà una sorpresa”.
Grazie mille per quest’intervista preside, la verrò sicuramente a trovare anche quando non sarò più un’alunna di questo istituto.
“Io dico che non si è mai ex alunni. Il Fermi è un marchio che ti entra nel sangue, voi siete a casa. Questa sensazione che voi provate e che mi esternate in ogni occasione è meravigliosa ed è molto raro che una scuola possa offrire tutto ciò. Anche il cartellino nominale che indossate quotidianamente ha un significato preciso: serve a riconoscervi e a chiamarvi per nome. Per noi siete persone e non solo alunni ed è questo ciò che conta, più ogni altra cosa”.