di Sara Della Corte
Il 7 febbraio 2025, abbiamo vissuto un’esperienza che difficilmente dimenticheremo. Un gruppo di circa quindici studenti del Liceo Scientifico “Enrico Fermi”, accompagnati dalla dirigente scolastica Adriana Mincione, si è recato alla Caritas di Aversa per partecipare a un evento dedicato alla “Giornata internazionale contro il bullismo”. Un pomeriggio intenso, in cui abbiamo avuto modo di riflettere su un problema che ci riguarda tutti da vicino, ascoltando testimonianze, discorsi istituzionali e analisi profonde sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo.
L’evento è stato reso possibile grazie al lavoro della dottoressa Apollonia Reale, consulente tecnico del Tribunale di Napoli Nord, pedagogista clinico, mediatrice familiare, esperta in violenza di genere, neurocriminologa forense e grafologa giudiziaria. È stata lei a organizzare l’intero incontro e a moderare gli interventi delle varie figure presenti, dando vita a un dibattito coinvolgente e ricco di spunti di riflessione.
L’incontro è iniziato con la proiezione del cortometraggio Le Mosche (2020), diretto da Edgardo Pistone e prodotto da Luca Zingone e Sergio Panariello, realizzato in collaborazione con Open Mind e la Scuola di Formazione Cinematografica Film Academy di Napoli. Il film è stato particolarmente toccante perché interpretato interamente in dialetto napoletano e girato in una zona cupa e malridotta della città, proprio per evidenziare il contesto in cui l’educazione ha spesso basi fragili. I ragazzi protagonisti mostrano i diversi lati della loro vita, tra spensieratezza, ribellione e un destino inevitabile che li trascina verso un epilogo tragico. È stato un inizio forte, che ci ha fatto subito immergere nelle tematiche della giornata.
Dopo la proiezione, è iniziata la tavola rotonda Pugni Chiusi, alla quale hanno partecipato numerosi esperti. Tra i presenti: don Carmine Schiavone, direttore della Caritas, il dottor Luigi Picardi, presidente del Tribunale di Napoli Nord, l’avvocato Gianluca Lauro, presidente del COA di Napoli Nord, il dottor Francesco Persico, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, e molte altre figure professionali del settore giuridico ed educativo. Ogni intervento ha offerto una prospettiva diversa, ma con un messaggio comune: il bullismo è un problema serio che va affrontato con consapevolezza e strumenti adeguati.
Uno degli interventi più significativi è stato quello dell’avvocato Vincenzo Bruno Muscatiello, professore ordinario di Diritto Penale presso l’Università di Bari, che ha presentato il suo progetto “Banalmente bulli: non ne vale la pena”. Il legale ha spiegato il fenomeno del bullismo attraverso il cinema, mostrando come molti film abbiano raccontato questo problema da diverse angolazioni. Il suo discorso si è concluso con un’immagine potente: la scena finale de L’attimo fuggente, in cui gli studenti si alzano in piedi sui banchi per sostenere il loro professore. Un messaggio chiaro e diretto: di fronte a un atto di bullismo, dobbiamo alzarci, prendere posizione e lasciare solo il bullo, affinché capisca che il suo comportamento non ha seguito.



L’evento ha avuto anche momenti di leggerezza e umanità, come quello offerto dalla dottoressa Dina Cirillo, assistente sociale del Consorzio Servizi Sociali e socio-sanitari dell’ambito C08. In occasione della “Giornata dei calzini spaiati”, aveva promesso ai suoi figli che si sarebbe tolta le scarpe davanti a tutti, e lo ha fatto davvero! Un gesto semplice ma simbolico, che ha strappato un sorriso a tutti noi e ha alleggerito la tensione di un tema così delicato.
Un aspetto innovativo dell’incontro è stato il progetto presentato da un’altra scuola, che sta lavorando alla creazione di un’app basata sull’Intelligenza artificiale per prevenire il cyberbullismo. L’idea è di sviluppare un sistema capace di rilevare e bloccare messaggi offensivi prima che vengano inviati, cercando di ridurre l’aggressività online e promuovere un linguaggio più rispettoso.
Durante la giornata abbiamo ascoltato con attenzione anche il discorso della nostra dirigente, la professoressa Mincione, che ha parlato con il cuore. Ha ribadito che il bullismo è un fenomeno in crescita, soprattutto nelle scuole, e ha esortato tutti a non restare in silenzio, ma a parlare con chi di dovere, con i professori e con gli adulti di riferimento. Con il calore di una madre – perché sì, la nostra preside è un po’ la mamma di quasi 3.000 studenti – ci ha ricordato che il vero problema è spesso l’educazione che si riceve in famiglia. Su questo punto, tutti i relatori erano d’accordo: il bullismo nasce da radici profonde, e il primo passo per combatterlo è l’educazione.
Oltre ai momenti di riflessione, ci siamo ritagliati anche un piccolo spazio per conoscerci meglio tra noi e con la nostra preside. Il tragitto a piedi dalla scuola alla Caritas è stato un momento speciale: tra chiacchiere e risate, abbiamo scoperto un lato diverso della dirigente, più vicino a noi, più amichevole, ma sempre pronta a richiamarci con uno sguardo deciso quando necessario. Prima di partire, ci ha detto una frase che ci è rimasta impressa: “Noi del Fermi non possiamo e non dobbiamo mai stare fermi”.
Questa giornata ci ha lasciato molto più di semplici nozioni sul bullismo, ci ha insegnato che combattere questo fenomeno è una responsabilità di tutti. Dobbiamo uscire dal virtuale, creare connessioni reali e non avere paura di alzarci in piedi quando vediamo un’ingiustizia. Perché la violenza è davvero “l’ultimo rifugio degli incapaci”.