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Scuola, da settembre già 19 episodi di aggressioni. Valditara: “Serve educare al rispetto”

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di Valeria Romano

“Un insegnante non deve essere solo un educatore, ma anche una persona che si guadagna il rispetto dei suoi alunni”. Le parole del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sintetizzano la necessità di un intervento urgente sulla crescente violenza nelle scuole italiane, un fenomeno che ha raggiunto dimensioni preoccupanti. Già 19 episodi di aggressioni, come riporta l’agenzia di stampa LaPresse, sono stati registrati in Italia in pochi mesi dall’inizio dell’anno scolastico, evidenziando un trend che non accenna a fermarsi.

Il dato è stato illustrato durante la “Giornata di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico”, organizzata dal Ministero dell’Istruzione a Roma. La Campania risulta essere la regione più colpita, con 4 episodi di violenza, seguita dalla Lombardia e dal Lazio, ciascuna con 3 aggressioni. Al terzo posto, le regioni Piemonte, Sardegna ed Emilia Romagna con 2 episodi ciascuna. La violenza non fa distinzioni di livello scolastico: dei 19 casi documentati nel 2023-2024, ben 13 si sono verificati in scuole secondarie di secondo grado, 6 nelle scuole elementari.

La maggior parte degli episodi ha coinvolto il personale docente (13 casi), ma anche dirigenti scolastici (4 aggressioni), personale ATA (4 casi) e, in un episodio, tutti insieme, docenti, dirigenti e personale ATA. In molti casi, gli aggressori sono stati studenti, ma non mancano anche aggressioni da parte di familiari (8 episodi). Un dato che fa riflettere è il contesto in cui questi atti di violenza si consumano: la scuola, da sempre considerata un luogo di apprendimento e di formazione civica, sembra essere diventata un terreno di conflitto, dove la mancanza di rispetto per il ruolo educativo diventa sempre più evidente.

Il picco delle aggressioni si è avuto nel 2023-2024, quando sono stati registrati 68 episodi, di cui 32 nelle scuole secondarie di secondo grado, 31 nelle scuole primarie, 2 in centri di formazione professionale e 3 nelle scuole dell’infanzia. Il ministro Valditara ha sottolineato che la violenza non va vista come un semplice atto di sopraffazione, ma come un segnale di un malessere più profondo che coinvolge l’intera comunità scolastica e sociale.

Nel suo intervento, Valditara ha ribadito la necessità di “ridare autorevolezza” agli insegnanti, ma ha anche messo in guardia contro il rischio di cadere nell’autoritarismo. Le sanzioni, ha chiarito il ministro, devono servire a educare e a far comprendere agli studenti la gravità del loro comportamento. In particolare, sono previste sanzioni pecuniarie che variano da 500 a 10mila euro per chi aggredisce il personale scolastico, nonché attività di cittadinanza solidale, volte a sensibilizzare gli studenti sui valori del rispetto e della responsabilità.

“Chi rompe paga”, ha detto Valditara, evidenziando l’importanza della responsabilità individuale. Le violenze, come quelle recenti ai danni della scuola Virgilio di Roma e l’incendio al Gullace, che ha causato danni per 2 milioni di euro, sono segnali allarmanti di un clima che deve cambiare.