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KATIA RICCIARELLI: DIDATTICA E SCUOLA

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In occasione del Festival Jommelli-Cimarosa, la soprano Katia Ricciarelli ha risposto ad alcune nostre curiosità sul mondo dell’istruzione

Di A. Granatiero e G. Graziano

Si è tenuto lo scorso 5 giugno la grande apertura del Festival Jommelli-Cimarosa, patrocinato dal Comune di Aversa. In quell’occasione è intervenuta la soprano Katia Ricciarelli che per il nostro giornale “Parola al Fermi” ha raccontato la scuola di ieri e quella di oggi.

Com’era la scuola che frequentava e quali differenze nota con la didattica odierna?

Io ho cominciato con il conservatorio Benedetto Marcelli di Venezia e devo purtroppo riscontrare che non è più come una volta: al giorno d’oggi si tende a voler intraprendere una professione senza aver studiato e senza neanche avere il talento per farlo. Ad esempio ci sono persone che presentano, o cantano, senza saperlo fare; ed è per questo che bisogna studiare, anche perché ora come ora è tutto approssimativo, visto che le persone non hanno né il talento, né la voglia di studiare. Nel mio campo ad esempio, ci sono molti ragazzi che pretendono, magari perché hanno una bella voce, di voler intraprendere la carriera del cantante non avendo la stoffa e solo perché sono spinti da qualcuno o magari perché sono andati una sola volta in televisione e pensano di aver già raggiunto l’apice. Quindi alla base di tutto deve esserci lo studio, sempre.

Nel nostro Istituto, abbiamo un’ampia varietà di attività laboratoriali, alcune delle quali ci indirizzano verso la scelta universitaria. A proposito di questo, le chiediamo: esistono, secondo lei, attività curriculari o extracurriculari che avrebbero potuto influire sulla scelta della sua carriera?

C’è una cosa che devo dire, e di cui sono orgogliosa, quando ancora adesso mi si chiede che cosa avrei voluto fare in caso non fossi diventata una cantante lirica, io rispondo… una cantante lirica. Perché fin dall’età di 8 anni ho voluto fare questa cosa, ce l’avevo nel sangue, avevo questa voce che era quasi più grande di me e avevo anche paura di questa cosa; ma nonostante ciò volevo portare fino in fondo questa cosa e sono arrivata dove sono ora. Quindi bisogna principalmente scegliere se si ha una tendenza verso qualcosa e di conseguenza scegliere una specializzazione, che devi scegliere tu, e non deve essere la scelta di qualcun altro. E devi arrivare fino in fondo continuando a sognare dall’inizio alla fine: perché chi non sogna non arriverà da nessuna parte.

Quale materia scolastica l’ha più aiutata a realizzare i suoi obiettivi?

Ho studiato per 10 anni a Venezia e, per l’appunto, la materia principale che studiavo era il canto, attorno alla quale ruotavano altre materie come la recitazione, la storia della musica, il pianoforte, la composizione, la disciplina sia fisica che mentale; anche perché c’erano molte cose che non si potevano fare per non mettere a rischio la voce. Difatti ho dovuto sacrificare tantissimo per arrivare dove sono ora, dato che è uno studio che dura tutta la vita.