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ULTIMO ANNO SCOLASTICO AI TEMPI DEL COVID: “MATURITÀ T’AVESSI PRESO PRIMA”

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Dal Liceo Fermi ci raccontano l’esame di stato che ha come sfondo una pandemia mondiale

Di M. Sabatino

In un periodo di totale pandemia causa Coronavirus, che si è intrufolato nella vita di tutti i giorni senza chiederne il permesso, la parola “futuro” è diventata opaca e ha calato il sipario sullo scenario della scuola. Tra dubbi e incognite, i maturandi sono arrivati al liceo consapevoli di essere la generazione che rimarrà segnata, nel bene e nel male, da nuove regole e modalità, da ciò che il 2020 ha portato con sé e da un esame di stato che nasce sotto il segno del Covid-19. L’ultimo indimenticabile anno delle superiori è passato così, tra didattica online e un nuovo modo di fare scuola che, inutile negarlo, non sarà mai paragonabile alla didattica in presenza.

Il corrente anno scolastico si è concluso accendendo i riflettori sui maturandi e sul maxi colloquio che prende il posto delle prove scritte e del classico esame orale. I ragazzi, infatti, hanno realizzato un elaborato sulle materie di indirizzo e un elaborato sull’illustrazione della propria esperienza di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento). A cambiare, anche la formazione della commissione: il presidente, è l’unico membro esterno.

 “Vedere la mia scuola quasi vuota il giorno dell’esame mi ha suscitato malinconia – racconta Chiara Sarmiento, studentessa del Liceo Fermi – per tutto il quinquennio, non si fa altro che fantasticare ed immaginare come vivere l’ultimo giorno di scuola, come affrontare insieme l’ansia pre-esame, attendere i cento giorni alla maturità. Ritrovarmi in aula con i docenti muniti di mascherina, con i banchi posti ad una giusta distanza di sicurezza, mi ha fatto vivere emozioni e sensazioni contrastanti. Le aspettative per l’Esame di Stato erano completamente diverse rispetto a quelle che sono state ma senza dubbio quest’esperienza è stata un mezzo di crescita personale, un modo per comprendere come non demordere e come saper affrontare le avversità che si incontrano lungo il cammino della vita. Chi sostiene che il nostro sia stato un esame facilitato rispetto ai precedenti e che abbia agevolato gli studenti, si sbaglia: se potessi tornare indietro, preferirei affrontare la classica maturità.”

 “L’esame di maturità quest’anno è stato desiderato: il trofeo alla guerra che abbiamo combattuto durante la pandemia. È stato il motore che ci ha spinto ad andare avanti e ci ha unito ancora di più come gruppo classe”. Con queste parole Maria Gaia Coppola, studentessa del Liceo Fermi, racconta il giorno del suo esame di maturità e confessa: “il nostro è stato un anno turbolento, in balia di dubbi assillanti ed incertezze su come si sarebbe svolto e quali sarebbero state le direttive per l’esame di maturità. Grazie al supporto dei professori però i sacrifici sono stati ripagati e al termine del mio esame non ho potuto contenere la commozione per i momenti vissuti durante il percorso di studi. Studiando Seneca ho imparato che non c’è nulla di più prezioso del tempo, razionarlo per le cose necessarie piuttosto che procrastinare eventi e situazioni. Ed è questo l’invito che rivolgo alle generazioni future: vivere la vita al massimo, godersi ogni attimo senza rimandare nulla.”