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QUATTRO CHIACCHIERE CON DAVIDE MOCCIA

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Resoconto della sua esperienza nel noto show televisivo: “Il Collegio”

di I. Riccardo, R.M Turco e V. Sorbo

“Il collegio è un reality che vede ragazzi di un’età compresa tra i 13 e i 17 anni alle prese con le regole della scuola degli anni ’60. Si tratta di un vero e proprio esperimento sociale e televisivo, per cui i ragazzi decidono di abbandonare per un mese la propria vita da adolescenti del XXI secolo, per essere catapultati nel passato, in un’età pretecnologica. Vengono pertanto privati di tutte le comodità e dei vizi della nostra vita odierna, che vengono poi sostituite da pesanti libri e regole rigide “. È così che Davide Moccia, studente della 2ᵅAs, nonché partecipante all’edizione 2017 di tale programma ci parla di questa nuova iniziativa Rai. Noi, molto curiosi, gli chiediamo di parlarci di cosa lo abbia spinto ad iscriversi ai casting. “Ho deciso di iscrivermi poiché, avendo seguito la prima stagione, avevo notato i rapporti di amicizia che si erano creati in quel contesto tra i partecipanti, così mi sono incuriosito sempre di più a quel programma così surreale dove ragazzi della mia età interagivano fra di loro senza alcun ausilio tecnologico”. Ci confessa inoltre che ha trovato questa esperienza davvero bellissima, nonostante all’inizio abbia avuto alcune difficoltà nell’essere ripreso da una telecamera 24 ore su 24, ma dopo un po’ di tempo è diventata per lui un’abitudine che è riuscito persino a trovare divertente. Gli chiediamo inoltre, se tutto ciò che è stato trasmesso in Tv fosse vero o solo pura finzione: a ciò Davide, fiero dell’esperienza vissuta, ci risponde che niente di ciò che avevano fatto gli studenti era stato preparato prima differentemente dagli insegnanti che invece seguivano un copione ben preciso. Dopo ciò ci viene spontaneo chiedergli di parlarci delle principali differenze tra il nostro liceo odierno e il Collegio. E lui ci risponde così: “la principale differenza che ho trovato tra la scuola di oggi è quella di una volta è sicuramente la rigidità e la disciplina. Lì il tempo sembrava essere fermo: non sapevo né che giorno  né che ora fosse. Avevo molta meno libertà rispetto a quanta ne abbia oggi, iniziando dai vestiti che non potevo scegliere per finire con i capelli che dovevano necessariamente rispettare determinati canoni”. Un’altra differenza che secondo il suo parere rende Il Collegio migliore rispetto al liceo attuale è la praticità con cui si tenevano le lezioni e le attività extracurricolari, ad esempio, secondo lui, i ragazzi riuscivano a comprendere meglio la lezione di anatomia di un cervello avendone uno davanti agli occhi rispetto a seguire la lezione su libro o Lim. Il nostro tempo sta per scadere ma prima di salutare Davide non potevamo che chiedergli quali siano stati gli esiti finali e che cosa gli manchi di più di questa avventura. “Un aspetto positivo è sicuramente stata l’assenza di tecnologie, che per quanto da un lato potrebbe sembrare negativa ha aiutato noi ragazzi ad instaurare rapporti molto più genuini e far nascere amicizie sincere. La cosa che più mi mancherà del collegio sono i ragazzi che hanno intrapreso con me questo viaggio e le nostre serate nelle camerate perchè quelli erano i pochi momenti, per non dire gli unici, in cui potevamo essere completamente liberi senza che nessuno ci dicesse nulla. Un’altra cosa che mi porterò sempre nel cuore è la gita che abbiamo svolto al lago dove ognuno di noi ha esposto i propri sentimenti e ha parlato di storie passate, chi belle e chi brutte. Per quanto possa essere stata dura stare lontano dalla mia famiglia e dalle nuove tecnologie è stata un’esperienza che mi ha fatto indubbiamente crescere come persona e che consiglio vivamente a tutti coloro che hanno voglia di intraprendere nuove avventure e vivere nuove amicizie”.