Incontro con gli autori di “La peggio gioventù”, Giuseppe Pasquale Fazio e Caterina Sasso
Di I. Costanzo, M. De Lucia e R. Serra
“Eroi positivi… cercasi”. È questa la tematica principale trattata durante la settimana dello studente del Liceo Scientifico Enrico Fermi, che ha preso il via lunedì 5 febbraio per poi terminare sabato 10. È stata una settimana ricca di eventi, dibattiti ed esperienze uniche per gli alunni del Liceo che hanno avuto la possibilità di trattare, con diversi linguaggi, temi di attualità non sempre compresi nei normali programmi scolastici. In particolare, fra gli eventi della settimana, mercoledì 7 nell’aula magna, si è tenuto un incontro con gli autori di “La peggio gioventù”, saggio sul bullismo e sul cyberbullismo, redatto dai coniugi e sociologi Caterina Sasso e Giuseppe Pasquale Fazio. All’evento hanno partecipato le classi 1B, 1C, 2L, 2B, 2C e 3L. Come afferma la docente di Lingua e Letteratura Italiana Mariapiera De Lerma: “Crediamo nella lettura condivisa in classe, specialmente se ad alta voce, svolta anche quotidianamente. Negli ultimi tempi si sta riscoprendo come vero e proprio metodo didattico ma penso che sia un’esperienza da ripetere anche l’incontrare gli autori dopo la lettura”. La possibilità di assistere alla conferenza, però, è stata in seguito estesa anche ad altre classi, data la notevole importanza dell’argomento. Infatti, inizialmente l’incontro era solo per alcune ma poi, un tema così importante è stato voluto anche per altri studenti. Vi è infatti stata, durante la riunione, un’ampia partecipazione da parte dei ragazzi che hanno quasi immediatamente instaurato un dibattito con gli autori, con i docenti e, soprattutto, con gli stessi coetanei. A questo proposito, la Prof.ssa e sostenitrice della lettura condivisa Annamaria Ruggiero racconta: “Portare gli autori a scuola avvicina gli studenti alla lettura, perché attraverso l’interazione con lo scrittore gli alunni sentono più realistici e vicini i temi affrontati”. La conferenza è andata avanti con la presentazione di un PowerPoint sulle varie componenti del fenomeno analizzato, intervallata da domande al pubblico attentissimo e partecipante. Sono fioccati i pareri contrastanti degli studenti e tutti i dubbi sono stati chiariti. I ragazzi sono rimasti entusiasti, come conferma Alessandro Cerqua, 1B: “L’incontro è stato non solo interessante ma soprattutto coinvolgente. Infatti ci siamo sentiti molto chiamati in causa. Inoltre, gli autori ci hanno aperto gli occhi particolarmente, andando oltre le nostre conoscenze generali sul bullismo”. Tra le tante domande, quella più ricorrente è stata: “Come si può intervenire?” e anche su questo Caterina e Giuseppe hanno saputo dare delle ottime risposte: tra i vari metodi, il più spiccato è naturalmente l’ascolto. Quando qualcuno è vittima di violenza tende a chiudersi, a isolarsi e ad andare male a scuola e queste cose sono indice di qualche problema. Quindi l’insegnante, come anche un amico, o meglio ancora un genitore, può parlare in privato con il ragazzo e se la vittima non reagisce, l’osservatore può fare molto. È arrivato il momento di parlare e di mettere a tacere il bullo!