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IL FERMI NON SI FERMA!

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Il Liceo Fermi accoglie la sfida del Coronavirus: la didattica a distanza

Di M. Sabatino e K. Menale

Con lo scopo di prevenire ulteriori possibilità di contagio da Coronavirus, il Governo, prendendo atto della situazione che incombe sul territorio, ha disposto la chiusura delle scuole. Il Liceo Fermi però non si ferma: le attività didattiche continuano, anzi, non sono mai cessate. Il Fermi ha concesso la possibilità agli studenti di poter continuare le lezioni anche da casa attraverso la piattaforma digitale Zoom. Collegandosi ogni mattina con un codice fornito dagli insegnanti, i ragazzi seguono regolarmente l’orario scolastico in modo tale da non perdere ore di lezione e lasciare la mente in costante allenamento. Studenti e docenti sono entusiasti di questa iniziativa.

La Prof.ssa Stefania Cavallo, docente di matematica e fisica dichiara: “In questi giorni ci troviamo a vivere una pagina della nostra storia che mai avremmo immaginato. Stiamo continuando a condividere la nostra crescita formativa attraverso lezioni online, grazie alla nostra scuola che ci ha indirizzato verso tale organizzazione. I vari strumenti a nostra disposizione sulla piattaforma, rendono le lezioni interattive e funzionali al raggiungimento dell’obiettivo principale: imparare operando, sperimentando, sbagliando e correggendo.” Facendo poi riferimento alle specifiche materie, aggiunge: “Per discipline come matematica e fisica che necessitano di concentrazione, continuità, confronti diretti, la possibilità di potersi incontrare è veramente una grande opportunità. Gli alunni riescono a creare una comunità seria, partecipe e responsabile. Per il docente, leggere l’entusiasmo sui volti dei ragazzi, non ha prezzo. Tutto passerà presto ma di sicuro gli insegnamenti di questi giorni non ci abbandoneranno facilmente.”

Leggere l’entusiasmo sui volti dei ragazzi, stimolati e incuriositi dal nuovo metodo di apprendimento che stanno seguendo è il pensiero anche della Prof.ssa Alessia Simona Abate, docente di italiano e latino, che afferma: “Era impensabile recidere il filo diretto che noi docenti abbiamo con gli studenti per un tempo così prolungato, anche perché molti ragazzi vedono nella scuola non solo l’istituzione ma anche un riferimento importante, una seconda famiglia. Ecco la tecnologia venirci incontro! Noi docenti con una webcam entriamo in casa loro e, senza essere invadenti, in punta di piedi ci sediamo accanto ai ragazzi. Certo, la didattica a distanza non è la didattica in presenza, non è possibile replicare in toto la scuola a casa ma sappiamo piegare gli strumenti a disposizione alle nostre esigenze. Finalità prioritaria di questa nuova sfida, a mio avviso, è in primis tenere in vita la relazione. Parlare di ciò che sta succedendo fuori e dentro di noi. È più urgente del “programma” -che non esiste- pertanto non condivido la tendenza di qualcuno di sovraccaricare gli studenti in nome del “tempo perduto”. Mai come in questo stato di emergenza in-segnare, nella sua accezione di “lasciare un segno”, si traduce nell’offrire ai nostri ragazzi strumenti di analisi della realtà con la consapevolezza che, come Seneca ci insegna, i momenti difficili alla lunga rivelano il proprio lato positivo: da questa emergenza paradossalmente usciremo tutti più ricchi.”

Pertanto, dobbiamo ritenerci fortunati di essere nati nell’era digitale e di possedere gli strumenti che ci permettono di essere lontani ma vicini. E ricordiamoci: andrà tutto bene!