Home Progetti LA CRISI DEL GIORNALISMO: LA PIÙ ANTICA FONTE DI INFORMAZIONE È IN...

LA CRISI DEL GIORNALISMO: LA PIÙ ANTICA FONTE DI INFORMAZIONE È IN PERICOLO

1137
0

Il Cross Medial ha preso parte al convegno all’Università Suor Orsola Benincasa

Di M. Mangiacrapa e C. Sarmiento

Martedì 16 ottobre i ragazzi del Progetto di Giornalismo Cross Medial si sono recati all’Università Suor Orsola Benincasa a Napoli, dove hanno avuto l’onore di assistere al seminario “Giornalismi nella società della disinformazione” proposto in occasione della Settimana della Sociologia, tenutasi dal 12 al 20. L’evento è stato introdotto dal Prof. Mario Morcellini, Commissario di AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che ha spiegato l’obiettivo del convegno, ovvero diffondere una maggiore consapevolezza sulla crisi del giornalismo, soprattutto tra le nuove generazioni, per poi immaginare e giungere a delle possibili soluzioni. Dopo un’esaustiva presentazione, il Professore ha passato la parola al Direttore del Servizio Economico-Statistico di AGCOM, Marco Delmastro, il quale ha affrontato diverse problematiche attraverso l’esposizione di statistiche e grafici da lui creati. Ha trattato diversi argomenti, come la post-trust, termine che va ad indicare l’aumento preoccupante della sfiducia nei media da parte delle persone; per esempio negli USA si è verificato un picco di mancanza di fiducia nel 2016, durante le elezioni dell’attuale Presidente Donald Trump. Il Direttore ha poi analizzato la crisi della professione, illustrando la riduzione del 12% dei giornalisti attivi nel quinquennio 2010-2015, così come il calo, in particolare, dei giornalisti di età inferiore ai 40 anni a causa di un problema di accesso. Infine ha parlato della problematica di genere, approfondita poi dalla Dott.ssa Enrica Amaturo, Presidente nazionale dell’Associazione italiana di sociologia. La sociologa ha dunque esposto il fenomeno noto come glass ceiling, letteralmente “soffitto di cristallo”, una metafora che vuole sottolineare l’ennesimo ostacolo, l’ennesima discriminazione che le donne si ritrovano davanti nella società di oggi. È come un soffitto di cristallo, trasparente ma presente, in cui le donne (e altre minoranze) si imbattono quando cercano di scalare le gerarchie presenti nel mondo del lavoro. Subito dopo è intervenuta Marzia Antenore, Prof.ssa presso l’Università La Sapienza di Roma. La ricercatrice ha affermato che la dimensione centrale della crisi giornalistica è quella economica, dovuta quindi da una crisi dei ricavi. Si sono cercati negli anni diversi antidoti: prima si è provato con inserti, allegati e gadget; poi giornali come La Repubblica hanno tentato con il sistema del paywall, ovvero pagamenti alla barriera che non permettono l’accesso ai contenuti gratuitamente; un’altra soluzione è stata quella del crowdfunding, finanziamento in micro somme, sperimentato da Il Fatto Quotidiano. Purtroppo, nessuno di questi rimedi ha funzionato contro la crisi. Innovativo è stato però Mark Zuckerberg nella trasformazione di Facebook in un bacino di notizie e informazioni. Il social network è stato, infatti, per molto tempo la prima fonte di notizie per i giovani fino ai 30 anni. Questo modello utilizzato si è rivelato efficiente ed è stato successivamente adottato anche per Instagram, che secondo la Prof.ssa finirà per superare il primo. A tale proposito, afferma con certezza: “La vera ricchezza delle piattaforme siamo noi.” In seguito, ha espresso la propria opinione, partendo da un’affermazione di Alan Rusbridger, giornalista del The Guardian: “Adesso tutti parlano di modelli di business, ma per gli editori è meglio concentrarsi su quale sia la forma più convincente di giornalismo, perché questa è la strada per il modello di business.” Secondo la ricercatrice, la strada giusta da seguire è quella del dato e dichiara: “Bisogna prendere i dati che ci circondano, che produciamo continuamente e trasformarli dal dato ad un’informazione che può essere restituita.” Si sono susseguiti tanti altri interventi, tra cui il Prof. Umberto Costantini, che si è soffermato sulle fake news, che purtroppo la maggioranza degli italiani non sa riconoscere; il Dott. Vittorio Roidi ha poi espresso la sua preoccupazione riguardo il giornalismo d’oggi, che, secondo lui, si sta trasformando in opinioni. Hanno, inoltre, partecipato al dibattito il giornalista Luigi Ferraiuolo, il Dott. Marco Mele, la Prof.ssa Diana Salzano, il giornalista Domenico Falco, il Dott. Francesco Posteraro e la Prof.ssa Elena Valentini. Si può affermare, quindi, con sicurezza che la crisi del giornalismo esiste ed è attuale ora più che mai; è un problema sconosciuto alla maggioranza della popolazione, ma di cui si dovrebbe discutere più spesso e su cui bisognerebbe riflettere in modo da trovare delle soluzioni reali. Questo convegno ha rappresentato per i ragazzi del Cross Medial un’occasione per avvicinarsi al vero mondo del giornalismo, venendo a conoscenza dei suoi aspetti positivi e negativi, e ciò ha permesso loro di comprendere in modo più dettagliato ciò che fanno.