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SI CHIUDE UNA PORTA, SI APRE UNO SPORTELLO

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Il metodo Peer-to-Peer consente agli studenti di studiare con l’ausilio dei loro coetanei

Di I. Costanzo, M. De Lucia e R. Serra

La Peer Education, nota anche come sportello didattico, è una strategia educativa adottata dal Liceo Scientifico Enrico Fermi, volta a favorire quel processo spontaneo che consiste nel trasferire conoscenze, emozioni ed esperienze fra studenti. D’altronde, come afferma la docente referente del Progetto, Prof.ssa Giulia Gallo, insegnante di matematica e fisica “spesso in classe osserviamo che i ragazzi sono più inclini a chiedere spiegazioni al compagno che al docente. Indubbiamente il canale comunicativo tra pari è più libero e immediato”. È importante, infatti, il rapporto che si instaura fra il ragazzo tutor (colui che mette a disposizione il suo sapere) e il tutee (ovvero colui che usufruisce del servizio): un rapporto di amicizia fra studenti caratterizzato da una profonda ed intensa sintonia. Gli incontri si tengono il pomeriggio e, prima di questi, i ragazzi tutor partecipano ad un breve periodo di formazione con un esperto per essere pronti a trasformarsi in insegnanti in erba e svolgere la loro attività. Attività che ha grossi vantaggi non solo per i tutee, ai quali vengono forniti consigli relativi al metodo di studio e alle migliori strategie per la memorizzazione o apprendimento di alcune materie, ma anche per gli stessi tutor. Questi, infatti, si sentono responsabilizzati grazie a questa esperienza e si prendono sempre molta cura dello studente che seguono. Inoltre, la preparazione del tutor è significativa anche per sé stesso: gli studenti-tutor hanno l’occasione di ripetere e consolidare argomenti già studiati. Ma come si fa a chiedere aiuto in una materia? Il primo step è mettersi in contatto con i vari ragazzi coinvolti nel Progetto: basta prenotarsi al link peerfermi.esy.es e aspettare di essere contattati dai tutor per organizzare la lezione. L’efficienza del peer to peer è garantita dal metodo utilizzato dai ragazzi; infatti, non si limitano a spiegare con chiarezza gli argomenti arretrati ma si impegnano a condividere consigli relativi al metodo di studio da applicare e le strategie per l’apprendimento di alcune materie. “Si crea una complicità tale che gioiscono dei successi e miglioramenti dei propri tutee” sostiene la Prof.ssa Giulia Gallo. I ragazzi del Progetto possono vantare un’esperienza unica nel suo genere come afferma Raffaello Ippolito, un tutor frequentante la classe 5B: “È il secondo anno che aderisco a quest’iniziativa e trovo molto utile l’aspetto pratico che questo servizio offre. Uno dei principali punti di forza riguarda sicuramente la comunicazione, molto più efficiente, dovuta al fatto che un ragazzo tende ad essere più disinibito con un suo coetaneo piuttosto che con un insegnante”. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla figura del tutee; nel caso di Raffaello, Ylenia Dondossola di classe 1Ds, racconta: “Quasi tutti i miei compagni preferiscono chiedere aiuto ad un amico invece che al professore. Infatti, capita spesso che con un professore ci si trovi a disagio oppure che si crei una condizione d’ansia. È per questo che penso sia molto utile avere un compagno, come Raffaello, che mi aiuti nelle materie dove ho più difficoltà”. Quest’esperienza di studio tra pari è ormai giunta al terzo anno e i risultati ottenuti dagli studenti sono molto soddisfacenti. Dato che la figura professionale dei professori e il distacco generazionale da loro impedisce ai ragazzi di chiedere aiuto, sembra proprio che i consigli pratici dei loro compagni di scuola siano molto utili e apprezzati. Insomma, un metodo PEERfetto!