Intervista al Prof. Ferdinando Pirro, tra i referenti di questo nuovo Progetto
Di I. Riccardo, R. Moccia e V.Sorbo
Il Debate, “discutere” in inglese, è una metodologia didattica utilizzata già negli anni precedenti e in maniera sperimentale da alcuni insegnati del nostro Istituto per piccoli gruppi di studenti. Quest’anno però sarà indirizzata a tutti i ragazzi del triennio. All’inizio di questo nuovo anno infatti, il Dirigente Scolastico Adriana Mincione ha individuato questa metodologia come una strategia da utilizzare per promuovere e rafforzare le competenze comunicative, argomentative e critiche degli allievi, sia in lingua italiana che in lingua inglese. Di questa iniziativa si occuperanno tutti i professori del Dipartimento di Storia e Filosofia. In particolare: il professore Ferdinando Pirro seguirà le classi terze, la professoressa Maria Sapio le classi quarte e i professori Anna Coppola e Giuseppe Schiavone le classi quinte. Curiose di saperne di più sull’argomento, ci concediamo una piacevole passeggiata nel cortile della scuola e ci rivolgiamo al professore Ferdinando Pirro, insegnante di Storia e Filosofia e tra i referenti del Progetto. “Il Debate o classroom Debate è una metodologia molto utilizzata all’estero – spiega Pirro – specialmente nei paesi anglosassoni e di recente è arrivata anche in Italia. Consiste nella creazione di situazioni di dibattito strutturate e organizzate per sviluppare le capacità argomentative, espressive e critiche, nel ricercare e valutare informazioni riguardanti argomenti di studio e di attualità. I dibattiti possono essere basati su qualsiasi argomento controverso: dalla filosofia alla matematica, dalla fisica alla politica, dalle scienze ad argomenti di attualità. Esempi possono essere la disputa tra Socrate e Platone su se chi fa il male sia ignorante o malvagio o se dare o meno la cittadinanza italiana ai bambini nati in Italia, l’attuale proposta di legge sullo Ius Soli. Dunque, qualunque argomento potrebbe essere oggetto del Debate, in quanto non dobbiamo dimenticare che in questa metodologia ciò che conta veramente è il processo che si attiva in fase di preparazione della discussione. Infatti, a differenza della libera discussione, in questa c’è un procedimento ben strutturato e con delle regole ben precise. Basti pensare che in ambito internazionale esistono numerose gare di Debate con limiti di tempo e regole prestabilite sulle modalità di replicare da parte della squadra avversaria. C’è anche una commissione che valuta le capacità di argomentazione di ognuna delle squadre partecipanti ma non solo: vengono valutati, infatti, anche il tono della voce e la postura.” È davvero gradevole ascoltare il prof. Pirro, che ci spiega con un’attenta analisi tutto il processo di questa metodologia. Azzardiamo una domanda più complessa: “Lei parla tranquillamente di individualità e di ragionamento in un contesto nel quale ritroviamo ragazzi molto giovani. Molte persone potrebbero contraddire la sua tesi, sostenendo che una persona così acerba non possa ragionare lucidamente come una persona adulta e pertanto il pensare in modo autonomo potrebbe in qualche modo essere dannoso per il ragazzo stesso e per le persone che lo circondano. Cosa direbbe lei per convincere queste persone del contrario?“ Sostiene il professore: “Ovviamente, come è giusto che sia, ci saranno delle persone che leggendo le mie parole proveranno a smentirle argomentando le loro tesi, perché ognuno ha pensieri diversi e opinioni differenti. Io penso che non sia mai troppo presto o troppo tardi per imparare a ragionare, oggi si pratica molto la Philosophy for children, purchè il proprio pensiero non nasca da un pregiudizio, dall’ignoranza o da uno stereotipo”. E allora, come diceva Socrate: “Io non posso insegnare niente a nessuno, posso solo farli ragionare.”