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LE ACROBAZIE COME STILE DI VITA

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Luigi Menditto della 3D ci parla della sua più grande passione, lo skateboarding.

Di T. Guarino e A. De Gaetano.Abbiamo già parlato di tanti sport ormai, da quelli più comuni come il calcio e la pallavolo, a sport un po’ più particolari come il go-karting,ma fino ad ora non abbiamo mai trattato discipline che rientrano nella categoria degli “extreme sport”, genere totalmente diverso dagli sport abituali. Uno sport che rientra in questa categoria è lo skateboarding, più comunemente definito “skate”, questa disciplina nacque in California intorno al 1960 per permettere ai surfisti di praticare il loro sport anche in assenza di mare mosso, lo si pratica con uno speciale attrezzo, lo skateboard, ossia una tavola di legno con 4 ruote. Questo sport è diventato molto famoso anche in Italia, e persino all’interno della nostra scuola ci sono dei ragazzi che dedicano il loro tempo libero a questa attività come Luigi Menditto della classe 3D. Luigi ormai pratica questo sport da circa 2 anni, allenandosi 3 volte a settimana per un intero pomeriggio e quando ne ha la possibilità, anche per un’intera giornata. “È abbastanza difficile conciliare scuola e skate. Cerco sempre di ritagliarmi del tempo per gli allenamenti.” Ci dice Luigi. Nonostante questo sport stia riscuotendo molto successo in Italia, sono ancora poche le strutture adibite per questa disciplina, il che è un problema non di poco conto, perché non può essere praticato per strada a causa del manto stradale poco curato. “Ci sono alcuni spot (così vengono chiamati i luoghi in cui esercitarsi) che frequentiamo in base alla specialità che vogliamo migliorare. Se vogliamo esercitarci nel migliorare l’esecuzione di alcuni trick o impararne di nuovi, andiamo al parco vicino casa nostra e ci alleniamo su flat (terreno piatto). Altre volte frequentiamo degli skateparks a Mondragone, Formia e Napoli, qui utilizziamo rampe e barre di ferro” ci racconta Luigi e continua dicendo: “Non abbiamo ancora partecipato a nessuna gara, che nella nostra zona sono più propriamente denominate “contest”. Qui si gareggia in diverse specialità e si viene premiati in base a diversi criteri, che vanno dal trick eseguito, la precisione con il quale lo si chiude allo stile che si adotta nel completare la performance. Io ed il mio gruppo confidiamo nel fatto che dall’anno prossimo saremo abbastanza capaci (ognuno nella specialità che predilige) per partecipare a gare e contest organizzati in giro per la regione”. Per lo più in California, ma anche in Italia questo sport è diventato uno stile di vita e condiziona la filosofia di ogni skater. “Voglio dedicare del tempo a questo sport per l’effetto catartico che ha nei miei confronti: fare skate mi fa sentire bene, libero. È un modo per potermi sfogare, per scaricare la tensione e lo stress che accumulo durante la settimana. Dopo ormai due anni, è diventato uno stile di vita. La filosofia che domina in questo sport è quella del “just one more try” (solo un altro tentativo). Questa frase viene ripetuta ogni volta che non si riesce a concludere un trick molto difficile, ed è anche la più grande e bella bugia che uno skater possa dire. Viene ripetuta la frase “solo un’altra volta” oppure “un’ultima volta ancora, poi basta” per un’infinità di volte. Ho adottato questo modo di pensare anche nella vita di tutti i giorni. Sono diventato una persona che non si arrende mai, e se non riesco ad ottenere cio che voglio mi impegno finché non ne esco vincitore” afferma Luigi e conclude dicendo: “ Si tratta di uno sport che ti riempie di soddisfazioni, chiudere un trick che fino al giorno prima ti sembrava impossibile è una sensazione stupenda, ma la soddisfazione più grande è stata quella di aver trovato delle persone che posso considerare miei fratelli. Ciò che mi ha donato questo sport è un’altra famiglia, una famiglia bellissima. Ogni tanto possono esserci litigi, ma in fondo sono normali, sono cose che capitano. Dopo due anni siamo sempre insieme a sfidare noi stessi ed i nostri limiti, siamo qui a ridere e scherzare mentre ci alleniamo con costanza per diventare sempre più bravi. Ad essere sincero non so cos’è che ci spinge a continuare tutto ciò: per alcuni è il desiderio di essere i migliori, per altri invece è il bisogno di ritagliare il proprio spazio di originalità in un mondo di persone troppo simili tra di loro. Potrebbe anche essere la necessità di sentirsi omaggiati e supportati dalle persone ma soprattutto da quelli a cui si vuole bene”. Studiare è fondamentale nella vita, è la cultura ciò che ci permette di avere successo, ma allo stesso tempo tutti noi dovremmo prendere esempio da questo ragazzo, che è riuscito a trovare una valvola di sfogo e un’attività che gli permette di superare i suoi limiti e che gli regala una marea di soddisfazioni, queste sono emozioni che lo studio da solo non può regalarci, ci tengo a ricordare che una mente sana risiede solo in un corpo sano.