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NELLA CULLA DELLA CULTURA

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A tu per tu con i filosofi del domani

Di M. G. Coppola

Nel 1992 il Progetto Brocca ha apportato notevoli modifiche al curricolo dell’insegnamento della filosofia che si presenta pertanto così come la studiamo oggi a scuola; con la Riforma Gelmini del 2008 il suo insegnamento è stato introdotto in tutti i licei. Negli ultimi anni varie sono state le iniziative organizzate per gli appassionati della materia ma la più acclamata è sicuramente il Festival della Filosofia della Magna Grecia nato nell’antica Elea, luogo simbolo della filosofia occidentale. Dal 2012 diventa itinerante proponendo e promuovendo le attività in alcuni dei più suggestivi luoghi simbolo della cultura mediterranea: Ascea, Paestum, Metaponto, Matera, Gallipoli, Lecce, Siracusa, Noto. L’aspetto fortemente innovativo che caratterizza questo percorso è la metodologia della “ricerca-azione” che si esplicita in alcune attività caratteristiche dell’evento: la passeggiata filosofico teatrale all’interno di aree di particolare interesse storico-artistico; i dialoghi filosofici con professori e filosofi del panorama culturale italiano;  i concorsi e i laboratori di filosofia pratica (teatro, suono, movimento espressivo, cinema, fotografia, meditazione, radio). Anche alcuni ragazzi del Liceo Fermi hanno potuto vivere questa esperienza dal 14 al 21 marzo dell’anno scolastico corrente viaggiando attraverso secoli di storia grazie alle  visite presso città come Corinto, Epidauro, Messene, Delfi e la meravigliosa Atene con la sua leggendaria acropoli. Il tema di questa edizione è la “Philia” ossia l’amicizia. I ragazzi, tra un laboratorio e l’altro, hanno fatto la conoscenza di Umberto Galimberti, filosofo moderno che ha delineato il profilo della nuova generazione di giovani, vista come un’età sprecata caratterizzata da una gioventù “bruciata”. Infine, per non tornare a mani vuote, i giovani appassionati hanno conseguito tre “coppe dei filosofi”: due nella categoria “Musikè” grazie alle esibizioni di Sara Sollutrone, Matilde Panza e Raffaele Donciglio e una per “FilosoFilm” grazie all’ideazione di un cortometraggio sulla Philia. Tutti, ragazzi e professori, sono rimasti soddisfatti ed entusiasti dell’esperienza vissuta, lo confermano anche Sara, una delle campionesse, e Thomas Vitale, entrambi di 4aEsa.

Cosa ti ha spinto a presentare la domanda di partecipazione?

Avendo  già vissuto l’esperienza ad Ascea nell’ottobre del 2018, – racconta Sara – sapevo già quali sarebbero state le attività e i laboratori e proprio per questo non ho esitato a partecipare. A dirla tutta sono stati specialmente i professori ad invogliarmi a partecipare sia al primo festival che, ancor di più, al secondo. A motivarmi maggiormente è stata l’ambientazione: ritengo che la Grecia sia il luogo perfetto per trattare l’argomento.

Perché consiglieresti di partecipare?

La risposta è abbastanza scontata – afferma Thomas – e, anzi, é nella stessa domanda: “partecipare”. Questo è uno dei punti principali del festival della filosofia: partecipare, provare, mettersi in gioco. Il ritornello (che in quella settimana diventerà il vostro incubo) ripeteva la frase “just try” ossessivamente, per ricordarci che dobbiamo provare qualsiasi esperienza, anche solo per il gusto di farlo. Ci hanno dato la possibilità di provare 6 arti diverse: coreografia, cinema, musica, rap, poesia e discorso filosofico. Potrebbero essere temi a cui, magari, non avete mai potuto dedicare molto tempo, oppure che fanno parte di voi; l’unica richiesta degli organizzatori è di metterci il cuore e partecipare.

Condividi il pensiero del filosofo Umberto Galimberti? Cosa pensi dovremmo fare noi giovani per migliorare la nostra generazione?

A dire il vero lo condivido solo in parte- continua Thomas- poiché lui attribuisce l’ annichilimento delle nuove menti alla mancanza dei valori. Il filosofo si riferiva alle qualità che formano l’identità di un individuo, ideali totalmente diluiti nell’agglomerato di esperienze che ci propinano ogni secondo. È davvero così semplice la risposta? Basterebbe, davvero, soltanto ritornare a limitarci in ambienti più ristretti per poter ritornare ad essere uomini? Per me la risposta è no, non siamo limitati agli 88 tasti del pianoforte, come ci diceva il protagonista del 900, monologo teatrale di Alessandro Baricco. Ci hanno parlato di una sola melodia e ci hanno detto di impararla mentre fuori sentivamo intere orchestre ruggire al ritmo del nostro sangue. Il degrado non è nato con l’informazione, ma con lo scopo. Viviamo in un epoca in cui sappiamo che c’è un modello da raggiungere ma nessuno sa chi o cosa esso sia, tantomeno se fa per noi. I ragazzi, gli adulti, tutti dovrebbero iniziare a prendersi 10 minuti di spazio al giorno, smettendo di pensare a ciò che vogliono essere e pensando di più a ciò che sono.

Qual è stata la differenza tra la filosofia che studi a scuola e quella che ti è stata impartita nel corso di questa esperienza?

Sicuramente il tema generale da seguire, in questo caso l’amicizia, influisce sull’approccio alla filosofia e sugli  argomenti che si trattano. – risponde ancora la giovane studentessa – A scuola essa viene trattata come una semplice disciplina e studiata secondo un dato programma suddiviso in argomenti e lezioni; talvolta non viene compresa a fondo da chi ascolta. Al festival, invece, non è una materia come le altre: diventa quotidianità, se ne parla con leggerezza e chiarezza, viene resa semplice e accessibile invogliando i ragazzi ad ascoltare, capire e farne parte integrante non solo dell’esperienza, ma anche e, soprattutto, del proprio essere.

Il festival – è questo il parere dei partecipanti -, ha la capacità di  cambiare, di aprire la mente delle persone e il loro modo di pensare, proprio perché riesce a rendere ciò che tutti vedono come una “materia scolastica”, come parte della vita quotidiana.