Home L'editoriale TELECAMERE NELLE SCUOLE: SI O NO?

TELECAMERE NELLE SCUOLE: SI O NO?

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Negli ultimi anni, si parla sempre più frequentemente di asili nido diventati luoghi dell’orrore, con maestre sadiche che picchiano i bambini a loro affidati, li strattonano, li schiaffeggiano e li chiudono negli sgabuzzini. Ovviamente, si tratta di casi isolati, ma compaiono in cronaca con preoccupante frequenza. Ricordiamo senz’altro il caso clamoroso di bambini costretti a mangiare il loro vomito o lasciati al buio per ore. Uno dei casi peggiori è emerso un paio di settimane fa, in una scuola materna di Colorno (Parma), che ha portato all’arresto di due maestre, accusate di maltrattare minori con comportamenti molto severi e aggressivi. Le vittime tra i 3 e 5 anni, terrorizzate, erano costrette a subire ripetute violenze fisiche e psicologiche, oltreché punizioni.

Le associazioni dei genitori chiedono l’installazione di sistemi di videosorveglianza negli asili e nelle scuole, per prevenire violenze sia a danno degli studenti che degli insegnanti, violenze che crescono di giorno in giorno. La quasi totalità di docenti e genitori si dichiara a favore dell’introduzione delle telecamere nelle aule, unica misura in grado di individuare e punire comportamenti scorretti nelle scuole. I bambini sono così piccoli da essere incapaci di raccontare quello che gli fanno. Quindi, se noi conosciamo questi episodi è perché le forze dell’ordine hanno installato di nascosto delle telecamere, sorprendendo così le aguzzine; quindi ci si chiede: perché non metterle in pianta stabile? “Perché si viola la privacy” – dice la maggior parte degli insegnanti – Anche i sindacati sono contrari, perché considerano l’iniziativa un rimedio peggiore del male, temendo un uso distorto delle telecamere, che costituirebbero un mezzo per controllare il lavoro dei lavoratori, invece che soltanto la sicurezza degli alunni e degli insegnanti. Ma è davvero così? Non penso. Crediamo che i sindacati con il loro ostruzionismo ideologico rischiano di agevolare episodi come quello emerso nel parmense. Ma davanti alla violenza inaudita di certi comportamenti, siamo sicuri che piazzare telecamere sia davvero un rimedio peggiore del male? Se poi il male è quello dei bambini picchiati? E cosa temono gli insegnanti se piazzano delle telecamere nelle aule delle scuole? Dopotutto, sarebbe una garanzia anche del loro operato in caso di accuse infondate. Per non parlare del fatto che l’introduzione di sistemi di videosorveglianza nelle scuole avrebbero lo scopo esclusivo di prevenire maltrattamenti e violenze a danno degli alunni e atti di bullismo verso gli insegnanti.

Federica Petrarca