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DA MATERIA SCOLASTICA A DISCIPLINA OLIMPICA

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Le Olimpiadi della Matematica, il banco di prova ideale per i giovani matematici del Fermi

Di A. Pellegrino, M. Mangiacrapa e C. Sarmiento

Ogni anno si svolgono in tutto il mondo le Olimpiadi della Matematica, dedicate a tutti gli istituti secondari di secondo grado. Queste gare sono aperte a tutti gli studenti che vogliono mettersi alla prova confrontandosi con altri coetanei in ambito matematico. Anche quest’anno, il nostro Istituto ha aderito all’iniziativa con grande entusiasmo. Il giorno 23 novembre, gli studenti si sono cimentati con dei problemi diversi da quelli che si svolgono in classe perché bisogna risolverli con tecniche innovative. Infatti si applicano dimostrazioni e strategie, non solo formule. Lo scopo quindi è proprio quello di avvicinare i ragazzi alla mentalità del problem-solving assai vicina a quella di un matematico professionista. Teresa Maiale, docente di matematica e fisica, racconta che le Olimpiadi sono una competizione annuale organizzata dall’Unione Matematica Italiana per incarico del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica e con la collaborazione della Scuola Normale di Pisa. La professoressa ci ha poi spiegato come si sviluppa il questionario: “La prova consiste in 20 problemi a risposta multipla per il biennio e 25 problemi per il triennio. Ci sono inoltre 3 fasi: la prima è la fase d’istituto, ovvero i Giochi di Archimede; la seconda è la fase provinciale che si svolgerà a Caserta nel mese di febbraio; l’ultima è quella nazionale e si svolgerà a Cesenatico, in provincia di Forlì – Cesena, nel mese di maggio”. Quindi se uno studente riesce a vincere i Giochi di Archimede, può prendere parte alle gare successive e ha l’onore di rappresentare la propria scuola in tutta Italia. “Prima di Natale – racconta l’insegnante – stilerò una graduatoria coi rispettivi punteggi. Il responsabile del distretto provinciale mi comunicherà il numero di studenti che potranno partecipare alla gara successiva. I primi potranno continuare a gareggiare. Al vincitore sarà assegnata una medaglia d’oro, invece per i vincitori d’istituto ci saranno degli attestati di partecipazione”. Uno dei ragazzi che ha gareggiato ai Giochi di Archimede è Andrea d’Errico, V B, al quale abbiamo chiesto cosa lo ha invogliato a prendere parte a questa competizione “Ciò che mi ha spinto è la voglia di rimettermi alla prova, dato che è il quarto anno consecutivo che partecipo. Ho provato quasi tutto ormai, dalle ultime posizioni nella classifica interna dell’Istituto fino al primo posto, ottenuto l’anno scorso.” Secondo Andrea queste olimpiadi non sono utili per migliorare le proprie conoscenze ma sono fondamentali per migliorare le proprie competenze. Infatti i problemi non sono solo sugli argomenti trattati nel programma dei cinque anni. Trovarsi di fronte a una prova del genere è anche uno stimolo a migliorarsi. Poi le olimpiadi, essendo divise in tre fasi, portano a migliorarti man mano, dandoti sempre nuovi stimoli per superare poi la prova successiva. Le difficoltà, si sa, aiutano a crescere. Nei problemi delle Olimpiadi di Matematica c’è sempre quella complessità in più che stimola gli studenti ad applicarsi e a buttare il cuore oltre l’ostacolo. “Gioca, non stare a guardare” diceva il britannico Robert Baden Powell; quindi è utile confrontarsi con questi tipi di problemi anche per fare una cosa diversa e apprezzare una sfaccettatura nuova della matematica.