Home Cultura Memoria e impegno al Liceo Fermi: il nostro grido contro le mafie

Memoria e impegno al Liceo Fermi: il nostro grido contro le mafie

259
0

di Sara Della Corte

Venerdì 21 marzo 2025 il Liceo Scientifico “Enrico Fermi” si è fermato. Non per una pausa, ma per un momento di verità. Si è scelto di ricordare. Si è scelto di non essere complici del silenzio. Sono stati pronunciati nomi che qualcuno avrebbe voluto cancellare, vittime innocenti della mafia, persone che non avrebbero dovuto morire. E tutto ciò è stato fatto con voce ferma, perché dimenticare significa ucciderle una seconda volta.

La giornata di impegno sociale si è aperta con il convegno “Il futuro della Terra dei Fuochi: da terra perduta a terra di speranza”, un titolo che è già una sfida. Sì, perché la Terra dei Fuochi è il simbolo del dolore di una terra avvelenata, ma anche della possibilità di rinascere. Francesco Pascale di Legambiente, Vincenzo Viglione di Libera e Anna Savarese di Legambiente Campania ci hanno mostrato due volti di questa realtà: da una parte lo scempio ambientale causato dalla criminalità organizzata, dall’altro le mani di chi ogni giorno lavora per restituire dignità a questi luoghi. Ma la domanda che risuona è una sola: noi da che parte vogliamo stare?

Non basta ascoltare. Non basta sapere. Bisogna scegliere. E allora gli studenti sono scesi nell’atrio e hanno fatto sentire forte la loro presenza. Prima di prendere posto, uno per uno hanno lanciato un messaggio, uno slogan, una promessa. La mafia uccide, il silenzio pure. Chi tace è complice. Non si deve abbassare la testa, ma alzare la voce. Poi, in un silenzio che pesava come un macigno, sono stati letti i nomi delle vittime innocenti della mafia. Uno dopo l’altro, come a ridare loro vita. E alla fine, insieme, gli studenti hanno composto due parole che devono essere un manifesto di rinascita: Memoria e impegno.

Ma cosa significa, davvero, impegno? Lo abbiamo chiesto a Vincenzo Viglione, di Libera. Ci ha raccontato del giorno in cui don Peppe Diana fu assassinato, di come quel colpo di pistola non abbia ucciso solo un uomo, ma abbia segnato un’intera generazione. E di come, però, da quella tragedia sia nata una rivoluzione: uomini e donne che hanno deciso di non piegarsi, che hanno trasformato il dolore in battaglia. Oggi le mafie non si mostrano sempre con le armi in pugno. Si insinuano nei luoghi del potere, con il denaro e la corruzione. Sono silenziose, ma non invincibili. E l’unico modo per sconfiggerle è non abbassare mai lo sguardo.

Gli alunni del Fermi hanno lasciato l’atrio con la consapevolezza che la mafia non si combatte un solo giorno all’anno. Si combatte ogni volta che scegliamo di non girarci dall’altra parte. Ogni volta che difendiamo la verità. Ogni volta che ci rifiutiamo di accettare l’ingiustizia come una normalità. La scritta “Memoria e impegno” su un cartellone è stata esibita a caratteri cubitali, ma adesso tocca a tutti noi far vivere queste parole. Perché senza memoria non c’è futuro. E senza coraggio non c’è libertà.