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Cinema e legalità: gli studenti del Cross Medial analizzano l’impegno civile e la lotta alle mafie attraverso la visione di tre film di successo

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di Giovanna Veneziani

Gli studenti del Cross Medial del Liceo Scientifico “Enrico Fermi”, negli ultimi incontri dell’anno scolastico 2024/2025, sono stati protagonisti di un intenso percorso di approfondimento culturale e civico. Attraverso la proiezione di film e i successivi momenti di confronto con l’esperto di giornalismo Ignazio Riccio e con le professoresse Angela Gildi e Silvana Pernisi, hanno riflettuto sul tema della legalità, dell’impegno civile e della lotta alle mafie, usando come strumento privilegiato il linguaggio del cinema.

Tre film quelli scelti dall’esperto, tre storie vere, tre volti del coraggio. Un’occasione preziosa per avvicinarsi ai valori della giustizia, della responsabilità e della libertà, raccontati da chi ha avuto il coraggio di dire no.

Il percorso è iniziato con I cento passi (2000), il celebre film di Marco Tullio Giordana, che racconta la vita di Peppino Impastato, giovane attivista siciliano che negli anni Settanta si oppose alla mafia nel suo paese natale, Cinisi. Fondatore della radio libera Radio Aut, Peppino denunciava pubblicamente i crimini del boss Gaetano Badalamenti, suo vicino di casa.

Il titolo si riferisce simbolicamente ai pochi passi che separavano le loro abitazioni: una distanza breve, ma carica di significati. La sua ribellione gli costò la vita, ma il suo esempio continua a ispirare migliaia di giovani.

Il secondo film, Nomi e cognomi (2015) di Sebastiano Rizzo, ha portato in aula la figura di Domenico Riva, giornalista che, tornato nel suo paese d’origine nel Sud Italia, si scontra con un sistema marcio e corrotto. Minacciato e isolato, non si arrende: fonda un nuovo giornale libero e indipendente, decidendo di non piegarsi al silenzio. Il film si ispira liberamente alla storia del giornalista Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia nel 1984. Un’opera che ha fatto riflettere gli studenti sull’importanza della libertà di stampa e sulla necessità di un’informazione corretta.

A chiudere il ciclo, Gramigna (2017), sempre diretto da Sebastiano Rizzo, tratto dalla vera storia di Luigi Di Cicco, figlio di un boss della camorra. In un contesto segnato dalla criminalità, Luigi sceglie un’altra strada, rompendo con il passato e costruendo una vita basata sull’onestà e sul lavoro. Una testimonianza potente che ha colpito profondamente gli studenti: scegliere il bene è possibile, anche quando sembra la via più difficile.

Non si è trattato solo di semplici proiezioni cinematografiche, ma di un vero e proprio viaggio collettivo fatto di analisi, confronto e crescita personale, vissuto con partecipazione e maturità dagli studenti. Il progetto ha dimostrato come il cinema, se inserito in un percorso educativo consapevole, può diventare uno strumento di coscienza e di crescita civile, capace di accendere domande, generare emozioni e offrire uno specchio autentico della realtà.

Attraverso queste tre storie con protagonisti reali, gli studenti hanno capito che la legalità non è un ideale astratto, ma una pratica quotidiana. E che il coraggio, anche quando solitario, può generare cambiamento.

Il silenzio dopo ogni proiezione non era assenza, ma spazio denso di domande e riflessioni. In quel silenzio è nata una nuova consapevolezza: l’idea di promuovere un impegno da cittadini attivi. Come ricordava Peppino Impastato: “La mafia uccide, il silenzio (complice, diremo noi) pure”.