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Pillole di Neurologia: al Liceo Scientifico un seminario tenuto dal dottore Cerullo, ex studente “fermino”

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di Sara Goglia e Giovanna Veneziani

Al Liceo Scientifico “Enrico Fermi”, nei giorni scorsi, si è tenuto il seminario Pillole di Neurologia, un’iniziativa dedicata alle classi quarte che ha offerto agli studenti l’opportunità di confrontarsi con il neurologo Giovanni Cerullo, ex alunno “fermino”. Al centro dell’incontro, un approfondimento sul sistema nervoso e sull’approccio semeiotico in medicina, arricchito da casi clinici emblematici – come quello di Phineas Gage – e da riferimenti all’opera di Oliver Sacks.

Al termine del seminario, il dottore Cerullo ci ha rilasciato un’intervista nel corso della quale ha rivelato di avere passione e amore per il proprio lavoro.

“Io mi dovevo a tutti i costi occupare della mente. O facevo il neurologo oppure non facevo il medico”, ha raccontato Cerullo, ammettendo di essere sempre stato spinto da una forte dedizione verso lo studio della materia, avventurandosi in un apprendimento da autodidatta sin dalla giovane età.

Secondo il neurologo, l’attitudine verso le proprie passioni è già improntata nel nostro DNA, ma ciò che fa davvero la differenza è l’esperienza, unita alla costanza. Il talento da solo non basta: senza occasioni, stimoli e perseveranza, anche un potenziale genio rischia di restare inespresso.

Mozart era un vero genio – ha continuato – ma ha iniziato a suonare il pianoforte da bambino. E se nessuno gli avesse mai messo un pianoforte davanti? Forse non sarebbe mai diventato Mozart”.

Durante l’intervista, la parola “curiosità” è ritornata più volte, un filo rosso che ha guidato le sue scelte, plasmato il suo metodo e che continua a nutrire la sua professione. Per il dottore Cerullo, infatti, la curiosità rappresenta molto più di un semplice interesse: è una forza trainante, il vero motore della conoscenza.

“È la curiosità che ti spinge a cercare, a non fermarti alla superficie, ad approfondire anche ciò che non è richiesto dal programma scolastico o dalle necessità professionali”, ha affermato. Non si tratta solo di accumulare nozioni, ma di coltivare uno sguardo aperto, capace di interrogarsi e di meravigliarsi.

“E se perdessimo la curiosità?”. Il dottore a questa domanda ha risposto sostenendo che, per lui, la curiosità è il mezzo che guida menti giovani e adulte verso grandi obiettivi. “Immaginate che il vostro sogno sia posto al termine dell’orizzonte – ha sottolineato – ogni volta che fate un passo avanti, lui ne fa uno indietro. È così che si cresce, che si va avanti nella vita. Non si raggiunge mai del tutto, ma proprio per questo non ci si ferma mai”.

Un’altra caratteristica fondamentale che segna l’uomo è l’empatia. Secondo il dottore, il contatto umano rappresenta un pilastro imprescindibile nella pratica medica. Stabilire una connessione autentica con il paziente è fondamentale.

“Se manca l’empatia, il messaggio non arriva e il paziente non segue la terapia”, ha spiegato. Per rafforzare questa dimensione relazionale, il dottore partecipa attivamente a seminari formativi, durante i quali entra in dialogo con i giovani, cercando di trasmettere loro la passione per questa disciplina straordinaria.

Il seminario al Liceo Fermi ha offerto agli studenti non solo conoscenze neurologiche, ma anche una preziosa lezione di vita: coltivare la curiosità, l’empatia e la determinazione come strumenti fondamentali per la crescita personale e professionale.

Un’occasione resa possibile grazie all’impegno del corpo docente del Liceo e della dirigente scolastica Adriana Mincione, che continuano a promuovere momenti di confronto autentico tra scuola e mondo del lavoro.